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Testi scolastici palestinesi: Israele ancora non esiste
by Squalo Tuesday, Jan. 20, 2004 at 2:59 PM mail:

A partire dal 2000 l'Autorita' Palestinese ha iniziato a sostituire i vecchi testi scolastici egiziani e giordani in uso nelle scuole palestinesi.


Tuttavia, secondo un rapporto diffuso lunedi' scorso dal Center for Monitoring the Impact of Peace (CMIP), condotto su 35 nuovi libri destinati alle scuole dell'Autorita' Palestinese dal terzo all'ottavo anno, i nuovi testi non sono molto meglio di quelli vecchi.
"Non si registrano cambiamenti per quanto riguarda gli elementi chiave al centro del conflitto fra ebrei e arabi, fra palestinesi e israeliani - afferma Yohanan Manor, vicedirettore del Centro israeliano - I nuovi testi non rispettano i criteri di base raccomandati dall'UNESCO, come il riconoscimento del valore dell'altro, l'onesta rappresentazione delle contese politiche, l'uso di un linguaggio che non crei pregiudizi".
In precedenza il Centro aveva gia' esaminato i testi pubblicati dall'Autorita' Palestinese nel 2002 e nel 2001 per gli anni scolastici primo, secondo, sesto, settimo e undicesimo. I testi analizzati nell'ultimo rapporto sono stati introdotti nelle scuole palestinesi nel novembre 2002 e nel febbraio 2003 e, secondo Manor, "non presentano sostanziali cambiamenti", anche se si registrano alcuni isolati elementi che fanno pensare all'inizio di un processo di correzione.
Lo studio mostra che nei libri di testo palestinesi non c'e' alcun riconoscimento della legittimita' di Israele in quanto stato ebraico. Una delle volte che viene citato il sionismo, in una lettura per i ragazzi dell'ottavo anno, si legge: "Il fuoco del crimine sionista ha infranto la terra palestinese". Il nome di Israele non appare mai nelle mappe geografiche, al suo posto compare la scritta Palestina.
I libri esaminati mostrano la tendenza ad aumentare le colpe attribuite a Israele. Finora a Israele veniva attribuita la responsabilita' per tutti i problemi di diritti umani, economia, ambiente, ma non necessariamente anche per i problemi interni palestinesi. Ora, invece, in un testo di educazione civica per l'ottavo anno di scuola, si legge: "Alcuni problemi di violenza nelle famiglie [palestinesi] scaturiscono dalle pratiche dell'occupazione e dal suo impatto distruttivo sulla nostra societa'."
Coerentemente con il rifiuto di riconoscere Israele, in nessun libro esaminato vengono mai citati i contenuti degli accordi di pace di Oslo. La soluzione comunemente prospettata per il conflitto in corso viene indicata come la "liberazione della Palestina" e il ritorno di tutti i profughi alle loro case. "Una volta su quattro la menzione della liberazione si riferisce ai confini pre-67 - spiega Manor - Le altre tre volte si riferisce alla situazione che precedeva la nascita di Israele nel 1948". La jihad [guerra santa] e il martirio vengono celebrati ne' piu' ne' meno come nei libri di testo precedenti.
Sebbene nei nuovi testi, per la prima volta, l'ebraismo venga riconosciuto come una religione "celeste" ovvero monoteista, tuttavia non compare nessun riconoscimento degli ebrei come un popolo legato alla terra d'Israele o ai suoi luoghi santi sul piano storico, culturale, religioso. Gli ebrei nel conflitto vengono tipizzati unicamente come "oppressori" e "carnefici".
Dei pochi elementi di cambiamento Manor dice che "e' difficile valutare quanto peso abbiano". Rispetto ai testi precedenti, i nuovi libri mostrano una concezione un po' piu' ampia della tolleranza e del pluralismo. Ma, dato il contesto, non e' chiaro se queste nozioni arrivino a comprendere anche gli ebrei. Notevole il fatto che un testo di grammatica per l'ottavo anno contenga la seguente affermazione: "Per un uomo e' bello morire per la patria, ma ancora piu' bello e' vivere per la patria". Si registrano anche alcune frasi contro il terrorismo a danno dei civili, puntualmente accompagnate tuttavia dalla celebrazione dei gruppi armati che praticano esattamente quel terrorismo.
Manor, che intende incontrare i responsabili per l'istruzione dell'Autorita' Palestinese, spera che il rapporto possa indurre maggiori cambiamenti nella societa' palestinese e nel dibattito in Europa e altrove. "La gente - conclude - deve capire che l'istruzione e' un elemento essenziale per garantire il successo della Road Map".

(Jerusalem Post, 22.07.03)

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