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L'America vera, nelle parole di un Presidente americano.
by mazzetta Wednesday, Jul. 28, 2004 at 5:18 PM mail:

Quando parla un presidente:

Due notti fa, alla convenzione dei Democratici americani, ha fatto il suo discorso l’ex-presidente Jimmy Carter.
L’ex-presidente, che ebbe il suo mandato tra Ford e Reagan, ha detto cose importanti, con la forza di chi sa di poter contare su un giudizio sereno e non può temere altro che lo scorrere del tempo.
Carter è forse l’ex-presidente più attivo politicamente tra quanti lo hanno preceduto e seguito nella carica.
Jimmy Carter da quando ha lasciato la casa Bianca ha intrapreso un lungo viaggio per il mondo, che dura ancora adesso oltre il suo ottantesimo compleanno. Carter è stato ovunque nel mondo ci fossero problemi, portando aiuto, ma soprattutto mediando le situazioni di crisi dimenticate dai media, è da allora uno dei più impegnati “uomini di pace” del panorama internazionale.

Al suo ingresso, annunciato da un blob di immagini che lo mostravano durante il suo peregrinare in giro per il mondo, è stato travolto dagli applausi, tanto da fargli dire:
“Grazie, il mio nome è Jimmy Carter, e non sono io il candidato alla presidenza!”.

Un entusiasmo genuino, il tributo ad uno dei pilastri morali del partito e della nazione.
Entusiasmo che egli stesso ha provveduto a raffreddare, gettando la cruda realtà americana in mezzo ai presenti, fino a smorzarne l’entusiasmo automatico tipico di questi contesti.
Una salutare coltellata al ventre dell’american dream, peccato che come al solito se ne siano accorti in pochi.

Carter ha speso parole pesanti, ha paragonato il senso di responsabilità di 2 presidenti sotto i quali servì in marina, Truman ed Eisenhower, nei quali egli ha detto di aver sempre riposto fiducia; con la mancanza di responsabilità verso il paese di Bush: “…..eravamo anche sicuri che non ci avrebbero mai mentito su questioni riguardanti la sicurezza nazionale”.

Carter ha mostrato una visione lucida delle ultime politiche americane, visione che spesso manca a chi di professione dovrebbe spiegare al “pubblico” dove stia andando il mondo.
Nel nostro paese le parole di Carter non hanno trovato spazio sui media, perciò ho cercato di tradurre i passi più significativi, togliendo solo i richiami a votare John Kerry ed Edwards che hanno inframezzato il veloce discorso dell’ex presidente.

Ecco l’America di Jimmy Carter, non certo un comunista, non certo accecato dall’antiamericanismo:
“Come sapete il nostro paese ha grandi sfide da affrontare al suo interno, in relazione ai problemi dell’energia, delle tasse, dell’ambiente, dell’educazione e della salute:
Per affrontare questi problemi abbiamo bisogno di nuovi leader a Washington, le politiche dei quali siano suggerite dalle famiglie dei lavoratori americani, e non dai super-ricchi e dalle loro legioni di lobbysti a Washington”…….…

Ha poi aggiunto che oggi l’America deve restaurare la sua grandezza dicendo la verità, cercando la pace, rispettando i diritti civili in patria e quelli umani all’estero:
“ La verità è il fondamento della nostra leadership globale, ma la nostra credibilità è stata gettata, e siamo rimasti sempre più isolati e vulnerabili in un mondo ostile. Senza verità, senza fiducia, l’America non può fiorire. La fiducia è il fondamento della democrazia, il sacro legame tra il Presidente ed il popolo. Quando questa fiducia viene violata, gli impegni reciproci che tengo insieme la nostra repubblica si indeboliscono.
Dopo il 9/11 l’America era orgogliosa, ferita, ma determinata. Un attacco vigliacco a civili innocenti ci aveva portato un livello di cooperazione e comprensione internazionale senza precedenti.
Ma, dopo solo 34 mesi abbiamo visto, con grande disappunto, come tutta questa positività sia stata cancellata da una serie virtualmente ininterrotta di errori e calcoli sbagliati.
Atti e richieste unilaterali hanno isolato gli Stati Uniti da gran parte dei paesi che avevamo bisogno si unissero nella lotta al terrorismo..
Non dimentichiamo che i sovietici persero la Guerra fredda perché gli americani combinarono l’esercizio del potere aderendo ai principi basati sul sostegno bipartisan. Noi capimmo il nesso positivo tra la promozione dei diritti umani e la difesa della nostra libertà. Ma, le politiche recenti sono costate alla nazione la nostra reputazione di più ammirati campioni della libertà e della giustizia.
Questi pochi mesi di estremismo hanno fatto una grande differenza. Gli Stati Uniti si sono alienati i propri alleati, hanno dispiaciuto i propri amici, ed inavvertitamente gratificato i propri nemici proclamando una confusa e fastidiosa strategia di guerra preventiva” ……

“……Questi sono alcuni dei prezzi che il nostro governo ha pagato con il suo radicale allontanarsi dai basilari principi e valori americani . Ripudiando gli estremismi, dobbiamo riabbracciare alcuni principi di senso comune che trascendano le differenze partigiane.
-Primo: Non possiamo costruire la nostra sicurezza se gettiamo nel disastro ciò che ci è più prezioso: la centralità dei diritti umani nella nostra vita di tutti i giorni e nelle nostre relazioni globali.
-Secondo: non possiamo mantenere la nostra storica autostima se generiamo panico nelle opinioni pubbliche.
-Terzo: non possiamo compiere il nostro dovere di cittadini e patrioti, se seguiamo un programma che polarizza e divide il paese.
Poi: non possiamo essere onesti con noi stessi, se inganniamo gli altri.
E infine: non possiamo guidare gli altri paesi, se i nostri leader ci guidano disonestamente.

Non puoi essere un presidente di guerra un giorno, e dichiararti presidente di pace il giorno dopo, a seconda degli ultimi sondaggi politici…….
………….alla fine il punto della questione è se l’America fornirà una leadership globale che nasce dall’unità e dall’integrità del popolo americano, o se le dottrine estremiste, la manipolazione della verità definiranno il ruolo dell’America nel mondo.”


- Fondamentalismo;
questo è il pericolo che aggredisce il nostro pianeta in questo periodo storico.
Fondamentalismi religiosi: islamici, cristiani, hindu, ebraici, non ne manca uno.
Ad essi va aggiunto il”fondamentalismo del mercato”, cancro della finanza, pronto a sfruttare gli altri fondamentalismi a proprio vantaggio.
Fondamentalismo politico: “o sei con me o contro di me”, ove non esistono più avversari, ma solo nemici da sterminare ed umiliare, nel quale la morte dell’avversario è il fine ultimo, a dispetto degli interessi delle persone e delle comunità.



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