sabato sera a campo dei fiori
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Sabato sera, intorno alle undici e mezza, alcuni giovani hanno dato vita ad una iniziativa contro la militarizzazione del centro storico e della città. Sono stati lanciati diversi palloni, accesa qualche torcia (di quelle da stadio, per capirsi) mentre poco prima era stato diffuso un volantino con su scritto “E’ MO’ BASTA! – riprendiamoci la città” e alcune altre frasi.
Immediata la reazione di tutti i presenti. Qualche applauso, parecchio stupore. E tutti subito a giocare a pallone. Immediata anche la reazione delle “forze dell’ordine”, nella fattispecie un solerte vigile che inseguiva – fra i cori e gli insulti – i palloni per tutta la piazza con scene quanto mai ridicole. Il tutto si è calmato in un quarto d’ora, non tanto per il vigile quanto perché a tutti i frequentatori di Campo è noto che nella adiacente piazza Farnese stazionano da un paio di settimane sei mezzi (camionette e jeep) fra polizia, guardia di finanza e carabinieri (oltre ai soliti in protezione del consolato francese), proprio per prevenire incidenti a campo di fiori (stanno, i poverini, in tenuta antisommossa all’ingresso della piazza in attesa di chissà quale accadimento…)
E del resto, poco dopo si sono visti Digos carabinieri e vigili confabulare agitati nel tentativo di ricostruire quanto fosse accaduto (ma dove era la torcia? Ma da dove venivano i palloni? Ma era una cosa organizzata? BOHH!)
Una iniziativa dopo la campagna assurda che ha riguardato la mitica campo de fiori.
Prima gli scontri di qualche settimana fa, quando la polizia è arrivata a sparare lacrimogeni per impedire che si giocasse a pallone (pare che disturbi quei ricchi turisti che stazionano nei pub sulla piazza, inacessibili a chiunque abbia un reddito normale). Sono seguiti provvedimenti surreali, tipo il divieto di vendere bottiglie e lattine (ma che differenza c’è fra un bicchiere di plastica ed una lattina?) o il divieto assoluto di giocare a pallone, l’anticipo dell’intervento di vigili e colleghi nei confronti di chi suona o “infastidisce”. E soprattutto la maggiore presenza di forze dell’ordine, sempre più arroganti, che intervengono senza alcun motivo (chiedendo documenti a caso, ad esempio, dopo una certa ora).
Il tutto in mezzo ad una surreale campagna di stampa, nella quale segnaliamo il “reportage” di una pagina dedicato dal Corriere della Sera Roma dove un intrepido giornalista raccontava le sue peripezie (inventate, sembra) nella ricerca di qualcosina da fumare a campo (fino ad arrivare a scrivere: “il problema di campo non sono i rumori ma la droga”, ...che lo abbiano mandato male?) e l’ancor più comico servizio di Panorama che partiva da una analisi antropologica-sociologica del gioco “violence”, molto in voga al liceo virgilio (ci domandiamo quale sia l’informatore occulto del coraggioso reporter, immaginiamo un amico di suo figlio che – a quanto abbiamo letto – si è diverito a spacciare tutte notizie false).
Campagna di stampa in parte promossa dai “comitati inquilini” (ci domandiamo perché chi possiede una casa a campo di fiori, anziché comprarsi un bel paio di vetri insonorizzati e ringraziare il cielo di dove vive, debba rompere al resto del mondo) ma sostenuta dalla amministrazioni locali. Da una parte il solito I Municipio, guidato dal glorioso Lobefaro (un vero fan della legalità, sarà per il passato scout o per l'incarico al ministero degli interni) che pare veramente stanco di vivere in una metropoli e preferirebbe un desolato paesino del galles di quelli che si vedono nei film horror . Dall’altra il buon Veltroni, che ha assicurato che lui ama anche di più ordine e silenzio, impegnandosi persino perché l’Estate Romana (sempre più una orrenda speculazione) termini le sue iniziative entro mezzanotte. Poi coprifuoco. A meno di avere qualche centinaio di euro per un bel pub.
Da parte nostra, questa storia ci sembra emblematica. Da una parte ti tolgono spazi nel quartiere. Dall’altra, se ti "concentri in centro" diventi un pericolo da reprimere, se non stai bello bello in un pub ordinato a consumare cifre assurde. Insomma, proprio non c’è spazio per noi. Per quanto ci riguarda, intendiamo prenderceli.
Insomma, quello di sabato è stato un piccolo gesto di ribellione, dal basso. Piccolo e divertente. ...e che speriamo si diffoda.... ...chissà che non creino un reparto apposito di cecchini armati di freccette con il compito di sparare a vista ai palloni... ;)
alcuni autorganizzati di roma (maggio 2004)
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