25 ragazzi/e in carcere da tre mesi per i fatti di corso Buenos Aires dell’11 marzo. Domani, 17 giugno, alcune migliaia di persone manifesteranno per la loro liberazione.
Come gruppi universitari milanesi
Ci sentiamo molto lontani dalle pratiche di piazza adottate l’11 marzo: azioni di vandalismo volte ad impedire una manifestazione, quella della Fiamma Tricolore, che, in base alla legge, non avrebbe mai dovuto essere permessa. Come i genitori degli arrestati nella conferenza stampa di 3 giorni fa, esprimiamo la nostra ''condanna di ogni forma di violenza''.
A questo vorremmo però aggiungere alcune nostre considerazioni politiche.
Vorremmo ricordare alle istituzioni democratiche ed alla pubblica opinione così fortemente indignata che nella Costituzione Repubblicana vi è scritto: “La responsabilità penale è personale.” (art.27) e “La giurisdizione si attua mediante il giusto processo regolato dalla legge” (art.111). Diritti che vanno garantiti a chiunque. Comunque. Invece 25 persone incensurate sono in carcere da 97 giorni senza processo, senza nessuna motivazione legata al pericolo di fuga o di inquinamento delle prove, e molti di loro senza neppure precisi indizi a carico.
I fatti dell’11 marzo non nascono certo dal nulla. Vi sono delle dinamiche inquietanti in atto da tempo nella nostra Milano e di cui la maggior parte dei media non parla. Da anni si susseguono in alcune zone di Milano aggressioni fisiche a ragazzi da parte di giovani con la testa rasata. Spranghe, catene e coltelli. Però più di una persona in ospedale fa notizia una vetrina rotta. Da anni vi sono continue aggressioni ai Centri Sociali della Lombardia. L’incendio di spazi culturali, sociali e politici non fa però lo stesso rumore di un auto bruciata in c.so Buenos Aires.
I partiti certo ricordanola storia del nostro paese, Come la nostra Repubblica trova la sua fondazione morale nella Resistenza al Nazi-Fascismo. Chiediamo conto alle forze della destra per la legittimità politica data alle aberranti posizioni neofasciste attraverso subdoli accordi elettorali sia in sede nazionale che locale. Accordi che insultano la storia del nostro paese e la memoria di quei cattolici e di quei liberali che della Resistenza furono parte integrante.
Siamo ancora più indignati dalla posizione timorosa della Sinistra. Nessuna presenza in piazza l’11 marzo se non un modestissimo presidio di 200 persone dall’altra parte di Milano. Ancora più grave la sostanziale assenza di campagne di prevenzione, attraverso la presenza sul territorio, delle degenerazioni che il fenomeno dilagante delle bande nazifasciste sta prendendo nelle periferie milanesi.
Riteniamo non ci si possa accontentare di un antifascismo di maniera portato in manifestazione il 25 aprile e poi ritirato nel cassetto fino all’anno successivo, l’antifascismo è una pratica quotidiana di vigilanza che non può in alcun modo essere messa in secondo piano.
Vorremmo sollecitare le istituzioni democratiche – a partire dalle scuole - a non abbassare la guardia e a un ruolo più attivo di prevenzione. Riteniamo non si possa demandare la difesa dei valori di tutti al lavoro di pochi.
Rigettiamo l'appoggio incondizionato che alcuni hanno espresso verso chi è responsabile degli atti vandalici, nell’ottica che “tutto quanto è successo sabato 11 marzo è giustificabile perché lotta antifascista”, vogliamo ribadire la necessità di un estremo rigore nelle pratiche politiche di chiunque rivendichi un’identità antifascista. Questo perché ciò che ci deve distinguere e rendere riconoscibili è il fatto stesso di mettere al servizio di queste idee metodi diversi, metodi antifascisti. L’antifascismo è una pratica politica che richiede una coerenza tra gli ideali e i metodi, tra teoria ed azione.
Proprio per questo rilanciamo una proposta alle varie espressioni della società civile milanese ed in particolare ai collettivi studenteschi ed universitari che, a differenza nostra, domani scenderanno in piazza. Quando, dopo il processo, rivedremo liberi i ragazzi ingiustamente rinchiusi, vorremmo ridiscutere con serenità i fatti dell’11 marzo, le pratiche politiche da utilizzare e, ci auguriamo, pensare percorsi condivisi di lotta e di prevenzione al dilagare delle derive sessiste, militariste, omofobe, violente e più in generale fasciste che invadono fisicamente e culturalmente la nostra città e la nostra società.
ListediSinistra - Università Bicocca Collettivo Lilliput - Università Bocconi
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