SABATO 11 MARZO ore 10, via Mascarella (angolo v.Irnerio) per ricordare Francesco Lorusso
LO SGUARDO APERTO DELLA RIVOLTA
L'11 marzo del 1977 Francesco Lorusso, studente venticinquenne e militante di Lotta Continua, viene ucciso in via Mascarella da un colpo di pistola alla schiena. A sparare i carabinieri di Cossiga e Andreotti, incaricati di reprimere un movimento di insubordinazione che si era esteso e rafforzato in luoghi di socialità e in spazi di conflitto che attraversavano l'intero asse metropolitano, risposta militare che, in pieno clima di "compromesso storico", accomunò il potere nazionale al governo cittadino del Pci. Dopo ventotto anni di silenzi e menzogne ricordiamo quell'omicidio di Stato e quella rivolta, consapevoli però che non basta preservare il ricordo: bisogna rivendicarne l'attualità. Restituire un ricordo al presente, renderlo attuale, significa anche avere il coraggio di rintracciare e rivendicare le linee di continuità che legano quelle lotte con le nostre lotte, l'omicidio di Bologna con l'omicidio di Genova, nell'orizzonte comune di una speranza; speranza oggi più urgente che mai. Scrive nelle tesi di filosofia della storia Walter Benjamin:"Articolare storicamente il passato non significa conoscerlo -come propriamente è stato- . Significa impadronirsi di un ricordo come esso balena nell'istante del pericolo." Il pericolo è quello della vittoria definitiva del nemico. Un nemico che ancora "non ha smesso di vincere"; una vittoria che passa attraverso la cancellazione dell'immagine degli sconfitti. Proprio questa forza nientificante, che il potere ha rispetto al passato, deve essere combattuta, anche preservando l'immagine autentica del passato così come si presenta al soggetto storico nel momento del pericolo. Che è sempre il momento della possibilità e della trasformazione. Sono le immagini del 1977, come le immagini di Genova, a dover essere protette da quel nemico che, seppure ha sparato, ucciso e represso, non avrà la vittoria definitiva fino a quando ci sarà un presente che si riconosce significato in quel passato, che in quella lotta vede un capitolo della sua stessa lotta. La memoria dell'alternativa, della sua possibilità, sia pure disattesa dalla storia, è la base sulla quale continuare a lottare , con la consapevolezza e la forza che provengono dall'esser parte di uno scontro più vecchio di molte vite, il cui esito è ancora incerto. In molti vorrebbero che gli anni '70 significassero solo il peso di una sconfitta, soffocando nel silenzio quel molteplice e prezioso tessuto di esperienze culturali e politiche. Noi crediamo invece che a questa storia del silenzio e del potere vada contrapposta la memoria attiva e dinamica dei vivi. La memoria degli attimi, giorni o mesi, in cui la Liberazione è stata possibile, perché torni ad esserlo di nuovo.
Rete Universitaria
Assemblea ogni lunedì ore 21 al VAG di via Paolo Fabbri 110
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