La rivolta dei frati di trasacco contro il potere del clero.
“Questa chiésa s’addà chiude”
La vicenda della chiusura della chiesa dei frati a Trasacco ha risvegliato le coscienze di questo paese abbandonato alle ridicole esternazioni dei propri governanti, che invitano i cittadini a fermare le manifestazioni nei giorni di festa onde evitare figuracce con gli stranieri, manifestando da “bravi” fedeli il loro approccio ultrapagano ad una festa religiosa, ma questo è un altro problema…
Oramai è quasi certa la chiusura della chiesa francescana di Trasacco, ma la speranza non muore. Il 29 agosto al primo allarme di chiusura, una cinquantina di donne dal cui volto traspariva chiaramente la rabbia e l’emozione, non hanno perso tempo per incatenarsi davanti l’entrata principale della chiesa minacciando l’occupazione, armate di striscioni e quadri satirici. Il 2 settembre nel giro di venti minuti l'entrata principale della chiesa è stata murata con blocchetti e cemento, mentre tutti gli altri cancelli sono stati incatenati.
Da fastidio sentire commenti intrisi di uno squallido anticlericalismo a questa notizia. Innanzitutto il frate missionario non è prigioniero, ma è un grande uomo che non si piega al potere. Nel suo discorso dopo la muratura della chiesa, ha incitato alla disobbedienza denigrando e disprezzando il potere del clero, sbeffeggiando l'idiozia del vescovo, e di don antonio il prete trasaccano. Un grande frate... un cattocomunista.
Ci sono motivi che vanno al di la della semplice appartenenza ad una parrocchia per mobilitarsi con questa determinazione in un paese dove il menefreghismo per le questioni sociali è radicato da decenni: Innanzitutto in molti c’è la chiara sensazione, che le motivazioni date per la chiusura servano solo a nascondere un meschino e svilente gioco di potere messo in piedi dai rappresentati marsicani del clero potente, nell’intenzione di “vendicare” la scarsissima affluenza alle messe del parroco locale Don Antonio; In secondo luogo non è un segreto che per la gran parte dei trasaccani, i preti o almeno alcuni di essi, non sono ritenuti il miglior esempio da seguire, ovvero sono tutto ciò che la chiesa non dovrebbe essere: opulenta, bigotta, ipocrita, dogmatica, falsa e corrotta. Alcuni di essi dovrebbero imparare che i tempi “dell’ipse dixit” sono finiti, è finito il tempo in cui il volere del parroco era quasi un ordine, è finita la paura nella chiesa. Ora la sfrontatezza da fastidio, l’ipocrisia fa ribrezzo, e si apprezza molto di più, anche da chi come me non è religioso, la povertà sincera e sentita dei frati francescani che si donano a Dio, vivendo in totale povertà.
Ma perché i frati dovrebbero chiudere? La versione ufficiale è che non ci sarebbero abbastanza frati per tenere in piedi un convento, e già questo basta per scoppiare in una grassa risata dopo che il frate luchese padre Cherubino ha esplicitamente dichiarato in seguito a questa carenza, la volontà di trasferirsi a Trasacco, ed a cui il vescovo in persona ha risposto con un secco no. Ma c’è anche un’altra presunta motivazione, ovvero, in base ad un complicato ed oscuro piano vescovile di distribuzione delle parrocchie sul territorio abruzzese i frati trasaccani sono destinati a sparire.
Non sono state dette tante cose e troppo spesso si è preferito tacere nascosti in sottile velo d’ipocrisia piuttosto che denunciare fatti scandalosi. Nessuno ad esempio, si è mai interrogato su che fine facciano i soldi che ogni anno, da diversi decenni ad oggi, lo stato, ed a livello locale il comune di Trasacco è obbligato per legge a versare nelle “tasche” del parroco affinché possa restaurare le basiliche, e la casa canonica. Difatti i soldi sono stati versati, ma i restauri, tranne quello del tetto della basilica finanziato quasi totalmente dal comune, non sono mai avvenuti.
Una domanda a cui ho voluto rispondermi è perché per molti trasaccani non è la stessa cosa sentire la messa di un prete o sentire quella di un frate, perché c’è tutto questo amore attorno a loro. La differenza tra i due ordini è enorme e viene da lontano, per rendere l’idea ecco un brano tratto da “Mistero Buffo” di Dario Fo: <<… Un altro che odiava papa Bonifacio VIII, era il frate francescano Jacopone da Todi, pauperista evangelico, un estremista direbbero oggi. Era legato a tutto il movimento dei contadini poveri, soprattutto della sua zona, al punto che in spregio alle leggi di prevaricazione imposta dal Papa Bonifacio VIII, che era una bella razza di rapinatore, aveva gridato in un suo canto: “Ah! Bonifax, che come putta hai traìto la Ecclesia!” [Ahi Bonifacio, che hai ridotto la Chiesa come una puttana!]. Fortunatamente, Jacopone da Todi non era il solo a contestare la corruzione di quella chiesa, ma altri frati detti eretici, come il frate Gherardo Segalello da Parma appartenente all’ordine degli insaccati [così detti perché si vestivano solamente con un sacco], pretendevano che la chiesa ed il papa fossero poveri, estremamente poveri, che tutto venisse consegnato nelle mani della gente più umile, diceva: “Quando tu chiesa opulenta hai al tuo interno, un povero disgraziato che muore di fame, sei una chiesa che non può gloriarsi di essere viva”. Seguace di frate Segalello da Parma fu Fra’ Dolcino, insieme andavano tra i contadini, tra i poveri, tra i disgraziati e dicevano: “Ehi contadino!… la terra è tua, tientela, cretino! La terra è di chi la lavora… Voi credete veramente che sulla Bibbia il tal appezzamento di terra sia assegnato al tale dei tali… Cretini! Deficienti! Guai a voi, che esigete la decima dei raccolti e trascurate la giustizia e la carità… guai a voi guide cieche, poiché dite e non fate, ed esigete i primi posti ed i saluti nelle piazze, ma gli altri caricate di pesi insopportabili che voi non toccate nemmeno con un dito.”>> Pensate, nel Medioevo andare in giro a dire certe cose: la terra è di chi la lavora! È da pazzi dirlo ancora oggi, figuratevi nel medioevo! Infatti, Fra’ Dolcino riuscì a salvarsi, ma frate Gherardo Segalello e tutta la banda di “insaccati”, furono presi e messi al rogo. È per questo che i frati vengono amati dal popolo perché storicamente sono stati sempre dalla sua parte, mai da quella del potere, ed è per lo stesso motivo che ora il popolo trasaccano li difende. Sono stati sempre la parte più bella e progressista della chiesa fino a spingersi all’eresia, cosa che non può essere detta per la gran parte dei preti. Cristo, il Padreterno, per essere uomo era sceso in terra. C’è qualcuno invece che non è nemmeno uomo e fa tanto il padreterno. Che la storia degli eretici, censurata dagli scrittori clericali, serva a meditare, sperando che i bruciori dell’inquisizione non ci raggiungano prima…
Chissà cosa passerà nella mente di tutta quella larga fascia del clero ingioiellato leggendo queste righe, magari su una macchina superlusso verranno a cercarmi... Chissà se con un briciolo di morale si chiederà s'è giusto possedere queste ricchezze, soprattutto per chi va predicando la parola di Gesù, un povero cristo sempre dalla parte degli umili, che se ne andava in giro vestito di stracci che forse già regalava al primo disgraziato incontrato per strada. Chissà se mediterà, o se invece, troppo impegnato a lucidarsi gli anelli o a riordinarsi la fine e preziosa tunica di seta se ne infischierà delle contraddizioni e nella certezza di essere unto dal Signore rimarrà nella sua comoda e potente posizione.
Vincenzo Vicaretti
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