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Koller-Coke a Bologna [RassegnaStampa]
by Oscar Paciencia Saturday, Jan. 14, 2006 at 1:06 PM mail:

Rassegna stampa locale sul boicottaggio dello sponsor killer delle olimpiadi 2006

Koller-Coke a Bologn...
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non dire......che è meglio!
by x antinoglobal Saturday, Jan. 14, 2006 at 1:31 PM mail:

uno potrebbe dire....il solito coglione fascista...
sei il solito bollito fritto di questa società.....bevi bevi la tua bella cocacola tanto i morti stanno nel giardino d'altri mica nel tuo...non sia mai....

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dal Domani
by info Saturday, Jan. 14, 2006 at 2:55 PM mail:

Contestati i contestatori della Fiamma Olimpica

di Luca Muleo

Doveva essere una festa, si è trasformata in una farsa di paese. La Torcia Olimpica si ferma a Bologna, per almeno quaranta minuti, all’incrocio tra via Barberia e Piazza Malpighi, offesa dal livore di antagonisti, anarchici, movimento antitav e Reboc, i boicottatori della Coca Cola. Gente che non si fa scaldare il cuore dal sacro fuoco di Prometeo, simbolo di pace, additato nell’occasione come «complice degli assassini». Era già successo a Genova, si replica in città questa messinscena che paralizza tutto e rovina la festa olimpica. Saltano gli ultimi cambi della staffetta, salta il passaggio di Gianni Morandi, bloccato in uno dei sette convogli dell’organizzazione che rimane ad aspettare la carica della polizia necessaria per riuscire a passare. Salta Venuste Niyongabo, che almeno si prende, sul palco allestito in Piazza XX Settembre, la soddisfazione di accendere il braciere mobile.
Sono un centinaio, arrivano dalla Romagna, dicono a titolo personale. Non hanno capi, sono anti tutto e prima delle sette iniziano il loro volantinaggio. In mano hanno sagome con nome e cognome dei sindacalisti uccisi in Colombia, e il nome di quello che, sempre secondo loro, è il mandante, ovvero la casa delle bollicine. Quindi decidono di piazzarsi all’incrocio dove la fiaccola passerà necessariamente, quella che tocca al tedoforo numero 148, quello prima di Morandi che aspetterebbe, in condizioni normali, in via Marconi, e che invece è nel torpedone immobile, con una chitarra in mano, ad allietare l’attesa della carovana. Sono le 19.30 quando l’organizzazione dà il segnale di bloccare il traffico, è il momento che serve agli antagonisti per unirsi con i loro striscioni (“No Tav no Olimpiadi l’unica fiaccola è quella dell’anarchia) e bloccare il passaggio. C’è tanta gente, bandierine in mano, la difficoltà a capire perchè. La Fiaccola, tristemente circondata dalle forze dell’ordine schierate in tenuta antisommossa, non smette di bruciare aspettando il momento di ripartire. Che arriva alle 20.10, quando il cordone di Polizia ha deciso la strategia da adottare. Semplice e obbligata, di fronte alla resistenza incrollabile dei manifestanti. Il tedoforo, circondato, parte al piccolo trotto. È il momento della “carichetta” per aprire il varco all’incrocio e permettere al simbolo di Torino 2006 il passaggio che, forse in nome dell’orgoglio olimpico, non è stato sostituito con sentieri alternativi. Quelli con le bandierine, la gente che per fortuna ancora si emoziona, batte le mani.
È qui che comincia una sorta di candid camera di massa, cose che neanche il miglior Nanni Loy avrebbe potuto dirigere. La Fiaccola corre, la Polizia a protezione anche, i manifestanti non perdono l’occasione per lo spot e cominciano a correre anche loro al grido di «assassini», «la Fiaccola è insanguinata» e carinerie del genere, senza risparmiare mai la multinazionale di cui sopra. Il resto delle persone, sui marciapiedi e sotto i portici, prima applaude il del tedoforo e agita le sue bandierine, poi inizia a correre anche lei. Da Piazza Malpighi fino a via Indipendenza è la più surreale delle scene: tutta una città di al ritmo di uno-due, forze dell’ordine comprese, tra urla becere e applausi convinti che si mischiano sull’asfalto. Viene da ridere, inevitabilmente. Non si distinguono più i nonni con le bambine tenute per la mano, dai contestatori. C’è tutto un popolo che corre, almeno questo fa Olimpiade, anche se nel caso si tratta di quelle invernali, e sembra più Forrest Gump che una cosa seria.
Alle 20.30, finalmente, la Torcia arriva in Piazza XX Settembre. Le urla non si sentono più, anche gli irriducibili si sono arresi, la tradizione è stata rallentata e non fermata del tutto. Più di mille persone aspettano la cerimonia di accensione del braciere e stavolta ci sono solo applausi. Convinti. A Venuste Niyongabo soprattutto, figlio del Burundi e di Bologna, uomo che con la sua sola presenza testimonia pace e integrazione, oltre che l’essenza stessa di quello spirito olimpico che dovrebbe unire e non dividere. Venuste è pace, impegno, sacrificio, tolleranza. A lui, proprio a lui, è stato impedito di correre l’ultimo tratto. Ma il fuoco è ancora vivo e Venuste, campione olimpico dei 5.000 metri, la soddisfazione di essere il bolognese che accende il braciere se la toglie lo stesso. Finisce così, in barba ai rivoluzionari che sbagliano modo, tempo e luogo della rivoluzione. Retorica? Tanta. Quella che ancora ci piace e ci teniamo stretta.



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altre azioni in regione foto e audio (Bologna - Rimini)
by navigatore Saturday, Jan. 14, 2006 at 3:24 PM mail:

http://www.globalproject.info/art-7090.html (Bologna)

http://www.globalproject.info/art-7089.html (RIMIni)

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ma sti giornalisti cosa bevono?
by coca...ahaha Saturday, Jan. 14, 2006 at 9:32 PM mail:

ma chi diavolo avrebbe contestato i contestatori?
titolone della fava e poi nenache un acenno nell'articolo.
Che ridicoli...

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