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Milano, raid al centro sociale Vittoria
by dal manifesto Sunday, Mar. 06, 2005 at 1:14 AM mail:

Assalto nella notte. Hanno fatto un buco nel muro per spaccare tutto e appiccare le fiamme. Il Vittoria aveva preso di mira il candidato di An Guaglianone.

Qualcuno l'altra notte ha distrutto il centro sociale Vittoria di Milano. Ecco un altro caso, come si dice anche nelle barzellette, dove la polizia brancola nel buio. Eppure si è trattato di un raid anomalo e sono in molti a ritenere che la devastazione, viste la modalità, potrebbe non essere opera della solita squadretta di naziskin in libertà (gli altri «ignoti» che negli ultimi mesi hanno colpito diversi centri sociali lombardi: Paci Paciana a Bergamo, Magazzino 47 a Brescia, Barattolo a Pavia, Conchetta, Cantiere, Orso e ancora il Vittoria a Milano). Questa volta però sembra diverso. L'altra notte, dopo aver cercato di forzare il portone di via Muratori - «il Vittoria è una specie di cassaforte, proprio per evitare raid come questi» - alcune persone hanno aperto a colpi di piccone una breccia in un muro e poi si sono introdotti nel centro per spaccare tutto, sedie, computer, tv, mixer...e libri. Poi, le fiamme. E solo grazie all'intervento dei pompieri non è finito in cenere uno dei centri sociali milanesi più attivi sul fronte antifascista.

Gli investigatori, di solito sempre molto vigili dalle parti del Vittoria, hanno lasciato intendere che potrebbe trattarsi di una vendetta in risposta alle aggressioni che in questi giorni hanno subìto le postazioni di due candidati di An alle elezioni, Piergianni Prosperini e Lino Guaglianone. Proprio questa mattina, alle 9, in Tribunale viene processato per direttissima Daniele, un militante del Vittoria accusato di aver buttato una bottiglia incendiaria (inesplosa) contro uno stand di Guaglianone. Ma c'è di più. Proprio in questi giorni il centro sociale, con un'opera di controinformazione militante efficace, sta facendo una vera campagna contro il candidato Guaglianone. Efficace, perché ormai la sua ricca biografia circola sui giornali e per i delfini di An potrebbe essere fastidioso tutto questo rumore sul passato e sulle frequentazioni del candidato più visibile di questa preoccupante campagna elettorale, l'uomo che An ha scelto a Milano per intercettare i voti della destra più nera che guarda a Mussolini e Fiore. Ex camerata dei Nar implicato in numerose inchieste, arrestato per «partecipazione a banda armata», vicino ai fascisti di Ordine Nuovo, oggi Guaglianone gira in doppiopetto, organizza convegni, scrive, gestisce una palestra del centro frequentata dalla destra milanese e il suo nome compare in svariate altre attività.

Il prefetto Ferrante, «preoccupato per l'escalation», ha chiesto a tutti di «isolare i violenti e chi non rispetta le regole». E' più o meno la richiesta che il Prc locale rivolge, implicitamente, al prefetto. «Quanto è accaduto - si legge - non è che l'ultimo episodio di una lunga serie criminale di aggressioni a militanti di sinistra, oltre che di devastazione di diversi altri centri sociali. Non è più possibile attendere oltre un intervento delle istituzioni preposte perché cessino queste violenze». Il Leoncavallo parla di attentato «che ha il sapore di mani esperte» e rileva che «ancora una volta chi incendia e devasta si muove in una città dove nessuno sembra vedere o udire nulla». Tra gli aspetti inquietanti, per le opposizioni di Palazzo Marino, «anche i toni usati in campagna elettorale e più ancora l'inserimento nelle liste del centrodestra di un noto rappresentante di frange estreme». Per il consigliere regionale del Prc, Umberto Gay, considerati i precedenti degli ultimi giorni, «le autorità non dovrebbero avere difficoltà a individuare mandanti e esecutori di questo atto».

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