Indymedia Italia


Indirizzo mittente:
Indirizzo destinatario:
Oggetto:
Breve commento per introdurre l'articolo nella mail:


http://italy.indymedia.org/news/2005/02/730129.php Invia anche i commenti.

Da L'Eco di Bergamo sul corteo di ieri (2).
by antifa Sunday, Feb. 13, 2005 at 3:32 PM mail:

Naturalmente l'autore dell'articolo è lo stesso che scriveva in merito ad una fantomatica pista interna..

Ecco la prima pagina de L'eco di Bergamo di oggi:

Pacì Paciana: due ore di raid teppista in centro
Telecamere distrutte, scritte ovunque. Duemila in corteo: anche Rustico, che poi si dissocia. Tremaglia accusa il questore

Muri del centro imbrattati con centinaia di scritte e manifesti, telecamere sfasciate e angoli del centro trasformati in orinatoi. Così si presentava ieri la città al termine del corteo del centro sociale Pacì Paciana. Duemila persone hanno devastato per due ore e mezza il centro, dalla stazione a piazza Matteotti, passando per via XX Settembre. Tra loro l'assessore Fabio Rustico. Il quale, però, davanti ai vandalismi ha preso le distanze dalla manifestazione. «Ha fatto bene ad andarsene», ha commentato il sindaco Bruni. Il ministro Tremaglia attacca l'operato delle forze dell'ordine: «È mancato l'ordine pubblico». Per il questore Longo, invece, tutto è filato liscio.


Ecco l'articolo che segue alla prima pagina:

Pacì Paciana, due ore in centro a mano libera
Centinaia di scritte sui muri, distrutte sette telecamere. In duemila al corteo: anche Rustico, che poi si dissocia Condanna soft del sindaco dopo la gaffe dell'assessore. Il questore minimizza i raid, Tremaglia attacca

Muri, vetrine e saracinesche delle strade del centro imbrattate con centinaia di scritte con lo spray e tappezzate da decine di manifesti. Sette telecamere del servizio di videosorveglianza sfasciate o oscurate. E, ancora: angoli di via XX Settembre trasformati in orinatoi e persino la tenda di un bar di piazza Matteotti incendiata con un fumogeno. È uno scenario da post-guerriglia metropolitana quello in cui si è ritrovata la città ieri sera, al termine del corteo organizzato dal centro sociale Pacì Paciana.
I NUMERI Una manifestazione di due ore e mezza, alla quale hanno preso parte - secondo la Questura - circa duemila persone, che hanno messo in ginocchio il centro con decine di episodi di vandalismo. Un corteo che si è lasciato alle spalle, oltre ai raid vandalici e alle devastazioni lungo le strade, anche un'interminabile scia di lamentele tra i residenti e i commercianti del centro, alle quali sono più o meno tempestivamente seguite le prese di posizione degli esponenti politici. Prima tra tutte quella dell'assessore allo Sport Fabio Rustico , presente alla prima parte del corteo, ma che ha però preferito abbandonare la manifestazione non appena sono iniziati i vandalismi: «Ho voluto prendere parte al corteo - spiega l'assessore - perché sono sensibile al clima di intolleranza che ha spinto i ragazzi a scendere in piazza e a protestare contro le aggressioni subite. Mi dissocio però dagli episodi di violenza che si sono verificati: per questo, non appena la situazione è degenerata, me ne sono andato. Questo tipo di atteggiamenti non rientrano nel mio modo di manifestare». Così, quando il corteo ha raggiunto via Quarenghi e un gruppetto di manifestanti vestiti con una specie di tunica nera e col viso coperto da una maschera bianca salivano su una scala a pioli e prendevano a martellate una telecamera, Rustico si è defilato. Il sindaco Roberto Bruni , interpellato sulla presenza del suo assessore al corteo, inizialmente minimizza: «Non ho commenti particolari». Ma poi, dietro insistenza, si limita ad aggiungere: «Comunque Rustico era lì a titolo personale e non certo a nome dell'Amministrazione. E, in ogni caso, ha fatto bene ad andarsene quando la situazione è degenerata. Sia chiaro, comunque, che la manifestazione era assolutamente legittima e autorizzata». Dopo aver ottenuto la conferma che gli atti di vandalismo si sono verificati durante il corteo e che hanno visto protagonisti gli stessi manifestanti e non gruppetti isolati, Bruni puntualizza: «Gli episodi di violenza sono assolutamente deprecabili e vanno condannati. Non capisco perché prendersela, ad esempio, col tendone di un esercizio pubblico». Il primo cittadino smorza però i toni e lascia trasparire una sorta di distinguo quando gli si racconta delle telecamere del Comune sfasciate o coperte con lo spray nero: «Non giustifico nemmeno questi attacchi, ma riesco a capire che le telecamere possano rappresentare un obiettivo».
LA PARTENZA Il corteo è partito dalla stazione alle 16 - con un'ora di ritardo e con la conseguenza di aver congestionato il traffico nelle vie limitrofe -, aperto dallo striscione «Contro il nazismo e il fascismo, riprendiamoci la città» e da slogan e striscioni ornati con falci e martelli. Prima tappa la sede de «L'Eco di Bergamo». «Eccoci davanti al simbolo della disinformazione bergamasca - urlava un altoparlante -, che vende tante copie perché è spalleggiato da poteri forti, ma che copia le veline della polizia».
I VANDALISMI Poi il corteo ha imboccato via Paleocapa, dove sono iniziati gli atti di vandalismo, proseguiti per tutta la durata della manifestazione. Ogni tanto dalle file del corteo si staccavano alcuni manifestanti che - viso coperto da passamontagna e armati di scala, colla e vernice spray - lasciavano ricordini sui muri e sulle vetrine dei negozi. Risultato: alla fine del corteo erano più i muri macchiati che quelli puliti nel tragitto compreso tra via Paleocapa, via Quarenghi, via Zambonate, piazza Pontida, via XX Settembre e piazza Vittorio Veneto, dove il corteo è arrivato alle 18,30. I manifestanti hanno poi sostato in via XX Settembre, dove si sono fatti largo tra centinaia di persone intente nello shopping: «Vogliamo ricordare a chi fa le compere - hanno spiegato i manifestanti - tra queste vetrine belle e profumate, che siamo stati oggetto di tanti attacchi da parte dei fascisti, che ci hanno incendiato il centro sociale». Interventi da parte delle forze dell'ordine non se ne sono registrati: polizia e carabinieri si sono limitati ad aprire e chiudere il corteo. Non un agente o un militare in divisa si sono visti tra i manifestanti, che hanno così potuto agire indisturbati. Dalla centrale operativa di via Coghetti la polizia locale ha invece assistito in diretta agli assalti alle telecamere: in tutto ne sono state sfasciate o oscurate sette, tra via Quarenghi, via Zambonate e davanti a Palafrizzoni.
L'INCENDIO Proprio in piazza Matteotti un fumogeno è stato lanciato su una tenda del «Caffè del Colleoni». Il principio d'incendio è stato domato dal titolare del locale, che è subito accorso con un estintore. Alle lamentele del barista - «Cosa fate? Io sto lavorando» - è seguito un coro di insulti dei manifestanti: si è sfiorata la rissa. Sugli incidenti e gli episodi di vandalismo, però, il questore Salvatore Longo - interpellato sia durante il corteo, che diverse ore dopo la conclusione della manifestazione, quando ormai i mezzi della Bas iniziavano a pulire le strade - minimizza: «In generale il giudizio sull'ordine pubblico è positivo. Si è registrato qualche disagio, più che altro perchè la manifestazione è stata lunga, ma non ci sono arrivate lamentele. Se abbiamo preso provvedimenti nei confronti di qualcuno? No, non ce ne sarebbe stato motivo».
LA POLEMICA Proprio sull'ordine pubblico punta invece il dito il ministro degli Italiani nel mondo Mirko Tremaglia , che non va per il sottile e attacca l'operato delle forze dell'ordine: «È stata una brutta giornata per Bergamo, perché l'ordine pubblico non c'è stato. Vorrei capire quali disposizioni sono state date alle forze dell'ordine, visto che i manifestanti hanno fatto quello che hanno voluto e non sono stati controllati. Sono state distrutte telecamere, lasciate scritte dappertutto e addirittura c'è stato un principio d'incendio: dov'era l'ordine pubblico? Come ministro attendo qualche spiegazione».
Fabio Conti

versione stampabile | invia ad un amico | aggiungi un commento | apri un dibattito sul forum

©opyright :: Independent Media Center .
Tutti i materiali presenti sul sito sono distribuiti sotto Creative Commons Attribution-ShareAlike 2.0.
All content is under Creative Commons Attribution-ShareAlike 2.0 .
.: Disclaimer :.