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ANCHE IL NAZIPADANO MARONI DAL WEB SCARICA CANZONI ILLEGALMENTE (!!!)
by da Corriere.it Thursday, Sep. 14, 2006 at 6:21 PM mail:

...il povero Caruso invece non sa nemmeno che Internet esiste da un po' più di 10 anni!

articolo di Francesca Basso


Il sasso nello stagno lo ha gettato l'ex ministro del Welfare Roberto Maroni. Ed è la provocazione di uno — a suo modo — del mestiere, visto che il capogruppo della Lega alla Camera è un bluesman: suona l'organo Hammond con i « Distretto 51» , la sua band e lo scorso anno ha anche registrato un cd di musica soul per beneficenza. « Scarico illegalmente musica da Internet » ha confessato Maroni a Vanity Fair, «mi autodenuncio, così il caso finisce finalmente in Parlamento» . Perché scaricare gratuitamente musica dalla rete è illegale.

Certo, la legge Urbani del 2004 contro la pirateria telematica è stata votata anche dalla Lega. È vero che permette il file sharing , cioè lo scambio di canzoni e film tra computer personali, ma solo se i file sono corredati da un marchio che prova il pagamento dei diritti d'autore. Praticamente non succede mai. E dunque lo scambio si configura come « illegale » . Ma Maroni non demorde e al telefono ribadisce: «Scarico da Internet perché la musica deve essere libera e accessibile a tutti. Occorre da una parte salvaguardare il diritto dell'autore e dall'altra cancellare le barriere che impediscono di diffonderla» . Insomma, per l'esponente del Carroccio «bisogna trovare un modo per togliere dall'illegalità questo sistema. Non è un problema legislativo, ma una questione sociale. È uno scambio da privato a privato, non c'è sfruttamento commerciale, io sento l'iPod...» .

E lancia una proposta: «Le grandi case discografiche facciano una iniziativa, coinvolgendo la comunità web, magari anche qualche hacker, per trovare una soluzione, in modo da passare dalla repressione, che non serve, alla collaborazione» . In attesa di questa nuova fase, c'e chi non transige: la musica si compera. Scaricarla da Internet « è un furto » per Bobo Craxi. Il sottosegretario agli Esteri, che vanta un passato da chitarrista in un tour di Ron e ha calcato con Lucio Dalla il palco di una Festa dell'Unità, ammette che gli «è capitato ma la rete non è la mia fonte: ho scaricato qualche rarità o performance live che non si trovano in commercio, ma mai un intero cd. Di solito compero dischi, libri e film — racconta — . Sono per l'oggetto tradizionale, perché non è un problema di libera fruizione dell'arte quanto di tutela dei lavoratori che stanno dietro al prodotto» . Non ha dubbi invece sull'ammissibilità della pratica Giorgia Meloni, classe 1977, vicepresidente della Camera e presidente di Azione giovani di An: «Mi è capitato di scaricare qualche brano, in genere cerco in rete la canzone singola. Del resto non ho molto tempo. Ma attualmente la musica è considerata un bene di lusso, con l'Iva sui cd al 20% il risultato è la pirateria. Chiunque preferisce un cd originale, ma per i ragazzi i costi sono proibitivi. E come Azione giovani siamo sensibili al problema...» . Non è d'accordo con lei il collega di partito Maurizio Gasparri. Per l'ex ministro delle Comunicazioni «il diritto d'autore va salvaguardato, anche se i giovani sono per il tutto gratis. Io uso l'iPod, ma nella legalità. L'esperta in casa è mia moglie, è lei che mi carica i brani».
Gasparri concorda però con la Meloni sui costi: «La musica dovrebbe essere meno cara, aiuterebbe contro la pirateria».

Solo dischi originali anche per l'eurodeputato dei Comunisti italiani Marco Rizzo: «Soffro di una sorta di feticismo dell'oggetto, quindi compero i cd e ho ancora i vecchi padelloni. Ho trovato due vecchie raccolte dei Clash, il complesso punk rock inglese della fine degli anni 70 — racconta con soddisfazione — . I miei figli mi hanno regalato un iPod, che però è fermo a poche registrazioni. Ma non scarico brani dalla rete: una prassi che non giustifico ma che comprendo, la musica è cara e per i giovani è un investimento, lo era anche per noi. Ora però ho uno stipendio sufficiente... Certo ci vorrebbe una riduzione dell'Iva».

Il no global Francesco Caruso, deputato di Rifondazione, invece continua a ricorrere a Internet: «Sono dieci anni che lo faccio, quando la rete non c'era ancora. C'ho di tutto: cd, documentari, film... soprattutto le ultime uscite, è più comodo. I pescecani delle multinazionali hanno fatto della musica una merce, ma si mettano l'animo in pace: il copyright se lo possono dimenticare. È impossibile impedire il file sharing . Io scarico dai new melodici napoletani alla musica punk» . Tutto sul borghese iPod? «Nooo, su un lettore mp3».

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preoccupazione
by p2p Thursday, Sep. 14, 2006 at 6:39 PM mail:

Però c'è da cominciare a preoccuparsi, troppe bad news sul fronte p2p negli ultimi mesi..

http://italy.indymedia.org/news/2006/09/1148590.php
http://italy.indymedia.org/news/2006/07/1115208.php
http://italy.indymedia.org/news/2006/03/1007523.php
http://italy.indymedia.org/news/2006/03/1009166.php
http://italy.indymedia.org/news/2006/06/1091744.php
http://italy.indymedia.org/news/2006/06/1104931.php

Da stare all'occhio..

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RIDUZIONE DELL' IVA AI MIEI TESTICOLI
by iva esente ex. art 3 Thursday, Sep. 14, 2006 at 6:48 PM mail:

Rizzo evidentemente non sa che i produttori cinefonografici hanno gia' un lauto sconto del 25% sull' IRPEF/IRPEG

o lo sa e fa finta di non saperlo

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E anche eDonkey è andato
by media - trek Thursday, Sep. 14, 2006 at 7:31 PM mail:



La lunga battaglia dell'industria discografica contro il siti che consentono il "traffico" illegale di files musicali e video segna oggi una ulteriore ed importante tappa, con la chiusura di eDonkey, che a quanto pare tratterà con le aziende discografiche un patteggiamento di ben oltre 30 milioni di dollari e poi si riconvertià in un sito di distribuzione legale di musica e film.

La richiesta che oggi, legittimamente, ci sentiamo di fare è: visto che pian piano il fenomeno del peer to peer fuori controllo andrà scemando, visto il rientro nella legalità di milioni di persone che in tutto il mondo hanno scaricato files a sbafo, visto il nuovo scenario che sta prendendo forma, in piena legalità, non sarà forse il caso che l'industria discografica tenti di rinnovarsi e di rendersi più "user friendly"? Sarebbe troppo chiedere all'industria di provare ad ascoltare le richieste di un pubblico che, seppure illegalmente, chiedeva di avere una più ampia disponibilità di musica a prezzi più bassi? Sarebbe troppo chiedere all'industria di avere più musica nei servizi on line, comprendendo quella che loro per primi considerano invendibile, come il jazz, la musica africana, o l'avanguardia? Sarebbe troppo sperare che, come accadeva qualche decina di anni fa, l'industria torni ad essere in grado di proporre musica invece che prodotti? Sarebbe troppo sperare in una rinascita di un industria della musica degna di questo nome?



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dpr 917/86
by art. 85 Thursday, Sep. 14, 2006 at 7:53 PM mail:

Articolo 85
Altri redditi

1. I redditi di cui alla lettera g) del comma 1 dell'articolo 81 costituiscono reddito per l'ammontare percepito nel periodo di imposta, ridotto del 25 per cento se i diritti dalla cui utilizzazione derivano sono stati acquistati a titolo oneroso.
2. I redditi di cui alle lettere h), i) e l) del comma 1 dell'articolo 81 sono costituiti dalla differenza tra l'ammontare percepito nel periodo di imposta e le spese specificamente inerenti alla loro produzione. Le plusvalenze indicate alle lettere h) e h-bis) del predetto articolo 81 sono determinate a norma dell'articolo 54.

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...
by ... Thursday, Sep. 14, 2006 at 9:14 PM mail:

<dalla repressione, che non serve, alla collaborazione>

questa me la segno, presto o tardi ritornerà utile...per la questione p2p, ma anche per altro. una dichiarazione a tutto tondo...

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ma rizzo
by ex-non comunista Thursday, Sep. 14, 2006 at 9:39 PM mail:

Toh, Rizzo non è piu comunista

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