* Le fidanzate turche di Amburgo *
Le unioni combinate rappresentano un matrimonio su due nella comunità turca di Germania. Le giovani spose sono spesso delle fidanzate "importate" che vengono cercate persino nei vilaggi più lontani dell'Est della Turchia.
Di Stéphane Kovacs - Le Figaro [29 octobre 2005]
http://www.lefigaro.fr/grandsreportages/20051029.FIG0012.html
Non avrebbe certo detto no alla Germania! Un paese "cosi' bello", come diceva la futura suocera. Un paese con "grandi appartamenti" e centri commerciali "mozzafiato". Dove "non avrebbe dovuto sporcarsi le mani", perché "tutto funziona in automatico". E "dove si ricevono soldi dallo stato senza nemmeno dover lavorare"...
E' cosi' che Asuman (1), una bella ragazza di 18 anni, capelli scuri e corpo da modella, ha lasciato il suo villagio dell'Anatolia per venire ad Amburgo. Emir, il giovane marito che le hanno trovato, un cugino di 4 grado, è disoccupato. Cosi' come suo padre, sua sorella e suo fratello minore che ha appena finito la scuola. Stretta in un appartamento di tre stanze la famiglia vive dell'assistenza sociale, completata da qualche lavoro in nero. "Abbiamo pescato il jolly! constata fiera la suocera. Asuman è molto gentile e non farà mai nulla senza la mia autorizzazione."
Di "fidanzate importate", come Asuman, la sociologa Necla Kelek ne conosce moltissime, persino nella sua propria famiglia. Il suo libro (2) è un grido d'allarme: "Volevo mostrare perché l'integrazione dei miei compatrioti in Germania è ancora un fiasco, spiega Necla Kelek. Invece di imparare il tedesco, si sono ritirati in massa nelle loro moschee, da dove difendono il modo di vita islamico. Hanno già da parecchio tempo creato una società parallella grazie agli aiuti dello stato. Ma la società tedesca continua sempre a pensare che ha un debito verso gli stranieri. In questo paese il sentimento di colpevolezza sembra essere più forte della Costituzione. E' incomprensibile!"
Nessun riferimento ai matrimoni combinati nel rapporto del governo sugli stranieri. E invece, secondo Necla Kelek, queste unioni rappresentano almeno un matrimonio su due nella comunità turca, forte di 2,6 milioni di persone in Germania. Secondo le statistiche dell'ufficio dell'immigrazone, i visti per ricongiungimento familiare concessi ai cittadini turchi dovrebbero essere tra 21.000 e 27.000.
E' a Schanzenviertel, il «quartiere delle barriere», a Amburgo, che Necla Kelek conduce la sua inchiesta. "Volevo mostrare che questo commercio di "mercanzia importata" dalla Turchia, questa tratta di schiave accade nel cuore della Germania e non in una zona periferica!. Questo è un quartiere multiculturale, dove convivono giovani, punks, vecchi, sessantottini e un 20% di immigrati. Ma nessuno si accorge di nulla"
Difficile parlare con una "fidanzata importata". Con gli occhi sul passeggino, avanza a piccoli passi lenti sotto il suo lungo mantello fino alle caviglie. Tra il suo domicilio e la moschea non comunica con nessuno. Persino in piazza non è tranquilla: un Abi (fratello maggiore) viene ogni tanto a controllare che non abbia fatto un cattivo incontro. Per paura di essere rispedita in Turchia, cosa che avrebbe distrutto l'onore della sua famiglia, Zeynep ha sopportato di tutto senza dir nulla. Sposata a 16 anni, vive da 12 anni in un appartamento insalubre. "All'inizio non potevo uscire: non avevo il mantello. Mio marito era disoccupato e non sapevo che percepisse degli aiuti dallo stato." In questa situazione di disperazione ammette di aver spesso picchiato i suoi tre figli.
La sua salvezza è stata la moschea Mevlana, al primo piano del "Elbe Bazar" , un negozio di prodotti halal. L'unico psoto dove di puo' recare liberamente. Da un anno, Zeynep prega cinque volte al giorno, ed ha cominciaro ad imparare il Corano a memoria. "Sono diventata molto religiosa, afferma. La religione mi ha calmato l'animo e mi ha pulito la testa. Per la prima votla ho l'impressione di essere una madre, non una macchina. Secondo Necla Kelek, è facile che le "fidanzate importate" si rifugino nella preghiera. "Il Corano diventa la loro vita, commenta la sociologa. Il che rinforaza la sottomissione, e accresce la distanza rispetto alla cultura tedesca." Solo dopo essere arrivata in Germania Shaziye, 30 anni, ha cominciato a portare il velo. "Meno esco, meno mi lascio attrarre dalle cose esterne. Più mi avvicino ad Allah e mi allontano dal male. "
L'invito alle nozze di Nilufer, redatto in turco, inizia con un hadith : «Chi si sposa ha compiuto la metà dei doveri richiesti da Allah. Che l'altra metà sia il timore che prova davanti a lui». Nilufer, la più grande delle 4 figlie, ènata in Germania 16 anni fa. Durante le sue ultime vacanze in Anatolia, i suoi geniori l'hanno sposata a Ibrahim. «L'anno prossimo, sarà il turno della sua sorella minore, che ha un anno di meno, di portare in Germania "il suo fidanzato importato", sospira Necla Kalek. In quel momento Nilufer sarà già incinta. La famiglia che non parla tedesco, vive dell'assistenza sociale. Ditemi, quali sono le prospettive di integrazione in una famiglia simile, che non immagina la vita se non attraverso l'angolo della sottomissione permanente alla legge divina ?»
Nel «luogo di incontro per ragazze», via Bartel, di fronte a quello dei ragazzi, si accolgono, a partire degli 8 anni, le ragazze di origine immigrata. «Facciamo soprattuto il sostegno scolastico, spiega Anja Rabeneck, una delle animatrici. Ma parliamo anche dei loro problemi quotidiani. Spesso, trovano con noi la forza di imporsi in casa.» Qui, Emine, 16 anni, ha conosciuto "delle ragazze che venivano regolarmente dopo la scuola, e che all'improvviso, sono rientrate dalla Turchia con un marito". La ragazza è decisa a continuare gli studi fino a 25 anni e a scegliere per conto suo. E se i suoi genitori non sono d'accordo? "Non mi lascero' imporrre nulla! " per poi ripensarci: "Salvo se mi danno una buona ragione..."
(1) I nomi sono stati cambiati (2) La Fiancée importée. Éditions Jacqueline Chambon. Septembre 2005.
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