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ARRESTO DI UN POETA
by costanzo d'agostino Friday, Oct. 14, 2005 at 9:02 PM mail: costanzodagostino@libero.it



ARRESTO DI UN POETA




Dichiarazione dell’on. Maria Celeste Nardini (PRC) sull’arresto del poeta
Lawrence Ferlinghetti.



“Quello che è successo ieri a Brescia a Lawrence Ferlinghetti, considerato
dalla critica letteraria mondiale il personaggio chiave della beat
generation, è un fatto di una gravità inaudita. Il poeta è stato arrestato
da due agenti della Polizia di Stato e condotto in Questura perché
considerato un immigrato irregolare. La “colpa” di Ferlinghetti sarebbe
stata quella di non aver dato comunicazione ufficiale alle Autorità preposte
della sua presenza in Italia. Purtroppo, la legge che ha consentito un atto
così scellerato e violento è la legge Bossi-Fini: una legge che non
garantisce i diritti inviolabili delle persone. Tant’è vero che si può
privare un qualsiasi cittadino della libertà personale, che è inviolabile,
ponendo sullo stesso piano di gerarchia delle fonti la Carta Costituzionale
e una mancata comunicazione amministrativa.

Il Governo dovrebbe chiedere pubblicamente scusa a Lawrence Ferlinghetti e
riflettere sugli effetti disumani della legge Bossi-Fini che è riuscita a
rendere i diritti inviolabili delle persone un sorta di mercato di diritti
burocratici.”


Comitato per la salvaguardia della Cultura Europea

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idiota !!!! (per l'autore del post)
by antiquario del futuro Saturday, Oct. 15, 2005 at 7:51 PM mail:

non esiste la "cultura europea".
si possono definire (sfortunatamente) i confini militari di una nazione, in quanto tali, e quindi questi stessi possono essere anche i confini che determinano la cultura di quella tal nazione; o in altri casi delle culture regionali.
poi ci possono essere il limiti tribali, cioe' quando ci si riferisce ad una tribu' specifica,che non si e' mai mischiata ad altre........
ma; in nessun modo si deve e si puo' porre un limite continentale.
ok, nel caso dell'africa e del sud america che sono quasi prarticamente isole, c'e' la delimitazione dell'acqua tutt'intorno al continente, e comunque abbiamo visto che nemmeno in questi casi c'e un omogeneita', ne una continuazione che ci puo' aiutare a semplificare, quindi nemmeno in questi casi e' giusto parlare di tal cultura africana o sudamericana, perche' sono terre enormi con un mix di genti e terre e storie enfiniti............ma certamente mai e poi mai, sara' possibile farlo con l'"europa". quali sono i confini dell'europa?
solo spagna, italia, francia, inghilterra e germania? e tutto il resto???? allora bisogna spostare il compasso....si incomincia ad andare verso nord: i peasi scandinavi e verso est ...si va verso la russia, si entra nell'euro-asia.....e a sud: la sicilia e l'andalucia; il mare mediterraneo: la distanza e' ravvicinatissima con gli odiati nemici arabi.....e il compasso si estende obbligatoriamente......cosi' ti dimostro che fate una figura di merda a parlare di cultura europea.
se poi vuoi solo fermarti ai 5 paesi prima menzionati, come origine....cosa credi di dimostare con questo? un perimetro ridicolo in estensione, in pochissimi chilometri 5 lingue completamente diverse, e centinaia di dialetti che cercano di non scomparire affatto come forma di resistenza all'omologazione imposta dallo superstato fascista che si chama unione europea; e alcni milioni di persone che non provano assolutamnete nessuna simpatia una per l'altra inteso come nazionalismo, campanilismo, ignoranza e orgoglio.
ah!!!!scusa forse intendevi la cultura del contnente dove cirlcola l'euro!!!!!!!
beh!!! bella cultura. davvero, complimenti. una bella razza.
razza di bastrdi, banchieri cultori della razza ariana,
della quale, pero', a ben vedere nessuno nemmeno ha ancora mai stabilito l'origine.

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Ma chi cazzo e' sto Lawrence che ne so?
by domanda Saturday, Oct. 15, 2005 at 11:02 PM mail:

O ma il tizio arrestato o espulso chi cazzo sarebbe? perche' s'e' mossa pure rifondazione? e' compagno? che scrive? mai letto ncazzo di sto tipo.

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Certo che sei ingnorante come una zappa ....
by Prospettiva Nevskj Saturday, Oct. 15, 2005 at 11:16 PM mail:

Certo che sei ingnor...
lawrence_ferlinghetti.gifqtbeht.gif, image/gif, 180x227

"ANCORA STELLE BIZZARRE GUIZZANO VELOCISSIME ESPLODONO - RIBELLI ERRANTI PERFINO QUI NELLO SCHEMA PERFETTO DI QUALCHE UTOPIA PASSANDO VELOCISSIME STRAPPANDO LA RAGNATELA D'ARGENTO - COME NEL PALMO DI UNA MANO LO SCHEMA PERFETTO DELLA LINEA DELLA VITA DEL CUORE E DELLA TESTA ATTRAVERSATA ALL'IMPROVVISO DA UNA CATACLISMICA LACRIMA - EPPURE NON TUTTE SEPARATE NON TUTTE PERSE NELL'OSCURITA' TUTTE TENUTE ANCORA INSIEME IN QUALCHE CENTRO IMMOBILE PERFINO ORA NELL'ALBA QUASI INCENDIARIA MENTRE ANCORA UN'ALTRA RIBELLE CHE BRUCIA INTENSAMENTE SFREGA IL SUO FIAMMIFERO SULLA NOSTRA NOTTE"



Lawrence Ferlinghetti



Lawrence Ferlinghetti nacque a Yonkers a New York nel 1919. Suo padre morì pochi mesi prima della sua nascita. La madre , Clemence , impazzì e fu ricoverata in un ospedale pubblico e Lawrence finì in un orfanatrofio. Ferlinghetti andò alla "University of North Carolina" a Chapel Hill. Durante la sua permanenza all'università Ferlinghetti divenne il direttore del giornale dell'università e continuò a scrivere poesie , che aveva cominciato a scrivere a 16 anni. Dopo la laurea , Lawrence servì la Marina Americana (United States Navy) durante la seconda guerra mondiale. Ferlinghetti tornò in seguito a Bronxville e finì alla "Columbia University Graduate School" dopo l'esperienza con la Marina. Lawrence dopo avere terminato gli studi alla Columbia University decise di andare in Francia , dove lavorò al dottorato di laurea in poesia alla Sorbona di Parigi. Successivamente tornò a San Francisco dove insieme a Peter Martin iniziò la pubblicazione di un giornale chiamato "City Lights." City Lights fu un tentativo di dare voce al fermento culturale dell'area della Baia di San Francisco. Dopo poco tempo i due aprirono una libreria sotto i loro uffici , e il nome scelto per la libreria fu quello del gionale. Questa libreria "The City Lights bookstore" si trova ancora oggi nel luogo originale. Ferlinghetti pubblicò il suo primo libro di poesia "Pictures from a Gone World" nel 1955 per la City Light , la casa editrice da lui fondata. La sua seconda raccolta " Coney Island della mente" (A Coney island of the mind) uscì nel 1958 e divenne un successo enorme , tanto che fino ad oggi ha venduto oltre un milione di copie. Nella sua attività di editore fù il primo a pubblicare la discussa opera di Allen Ginsberg , "L'urlo" (Howl). Dopo la pubblicazione di "Howl" , Ferlinghetti fu accusato di pubblicazione di opera oscena ed indecente. Ferlinghetti possedeva un capanno rustico a Big Sur che divenne la principale ambientazione del romanzo di Jack Kerouac del 1962 "Big Sur". Ferlinghetti appare nel libro come il sensibile Lorenzo Monsanto , che aiuta il personaggio (alias Jack Kerouac) a ritirarsi fra la natura per sfuggire al demone dell'alcol , ottenendo pessimi risultati. Ferlinghetti fu una delle menti più "politiche" tra i Beats , e continuò la sua attività di lotta per tutti gli anni sessanta. Egli attribuì la sua salda partecipazione ai principi pacifisti alle sue esperienze personali di guerra. Oggi Lawrence Ferlinghetti continua a vivere a San Francisco.



La poesia di Ferlinghetti

La poesia di Ferlinghetti e' insieme popolare e colta , si lascia leggere con piacere e fa leggere per le numerosek citazioni. Egli è uno dei poeti più letti negli Stati Uniti e uno dei più dotati , un testimone prezioso sui decenni che ha attraversato e di ciò che ha visto in tutta la sua intensa vita. Non c'è nulla nel suo discorso poetico che non possa parlare ad un giovane ragazzo di oggi , nulla di scostante. E' proprio questa capacità di parlarci e sorprenderci sempre di nuovo che fa di Ferlinghetti un poeta indispensabile , che non si può ignorare. L'opera più fortunata di ferlinghetti è senza dubbio "Coney Island della mente" (Coney Island of the mind) , edita nel 1958 comprendente 29 poesie senza titolo. Il titolo dell'opera allude alla spiaggia di Brooklyn destinata ad area di intrattenimento fin dalla metà del 1800 , luogo del primo luna park. Potrebbe essere tradotto con Luna park della mente : e quindi in quanto tale , distinto dal luogo reale , l'accento cade sulla trasformazione fantastica di una realtà colorita e saporita. Si notano vaghi echi dei " paesaggi della mente " di impronta romantica Wordsworthiana. L'intera opera di Ferlinghetti è quanto di più complesso e variegato si possa incontrare. Apparentemente facile e fluida , la sua energia poetica scorre attraverso dimensioni linguistiche e simboliche che si sostanziano di continui rimandi visivi e musicali. Il suo stile è asciutto e votato ad una attentissima scelta di ritmi e di lessico che approda all'inglese come ultima sponda , dopo aver navigato nel mare francese , portoghese , spagnolo e italiano ( conosciuti per tradizione familiare ) e averne ibridamente assimilato atmosfere e colori. Ispirata ai grandi maestri europei , la sua poesia ha creato un incontro ideale , ma anche una contaminazione sul piano artistico con i grandi maestri europei. Ferlinghetti rende omaggio a Chagal , Picasso , Monet , Yeats , Eliot , Pound rievocando le loro atmosfere e rivisitandoli nei luoghi a loro più cari. Ferlinghetti intarsia parole e concetti spaziandoli visivamente in sequenze in cui capoversi e pause sono una guida di lettura , un accompagnamento ritmico e sonoro.







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BEAT HAPPENING
by Matteo Guarnaccia Saturday, Oct. 15, 2005 at 11:24 PM mail:

BEAT HAPPENING


Lo scrittore e artista beat Lawrence Ferlinghetti, in Italia per una mostra, è stato «bloccato» dalla polizia a Brescia perché senza documenti, extracomunitario indesiderato

di MATTEO GUARNACCIA da "Il manifesto" 14.10.05

Un vecchietto di ottantasei anni, figlio di emigranti italiani cresciuto in America, torna al paesello natìo, Brescia, in cerca della casa paterna, bussa alla porta e chiede ai nuovi inquilini se può scattare qualche foto ricordo. I zelanti cittadini lo mandano al diavolo e, allarmati dalla presenza sospetta di quell'estraneo, chiamano la polizia che lo arresta (il commissariato parla di «accertamenti avvenuti in strada»), perché non ha con sé i documenti. Sono le 17.30 e lo sfortunato malinteso dura il tempo sufficiente (una mezz'ora) per permettere al malcapitato di provare l'ebbrezza del clandestino, un'esperienza che tanti extracomunitari sperimentano quotidianamente sulla propria pelle. Il protagonista della nostra storia è un pimpante Lawrence Ferlinghetti, l'artista dagli occhi che ridono, un signore che non ha ancora appeso al chiodo la sua voglia di «sovvertire il paradigma della realtà dominante», attualmente in Italia per una serie di reading e mostre intitolate Creazione del verbo Fluxare. Come insegnava Allan Kaprow, un vero happening per funzionare non deve essere preparato, quindi quello di Brescia (co-starring gli inquilini paranoici e gli agenti di pubblica sicurezza) è stato sicuramente il migliore del suo tour.

Il poeta non si è scomposto - nel corso della sua vita ha sperimentato ben altre difficoltà, arresti compresi, per la sua opposizione alla guerra del Vietnam e per la sua lotta in favore della libertà di stampa. Ha però sottolineato che il clima di paranoia e sospetto che inquina i nostri rapporti quotidiani, anche quelli tra le persone per la strada, non è casuale, ma è in larga parte da addebitarsi alla politica dell'amministrazione americana guidata dal «Grande Padre Bianco che sta nella Casa Bianca». Un sistema contro cui Ferlinghetti non si è ancora stancato di combattere, ovvero quella parte oscura di una nazione ossessionata dalla paura del diverso (l'altro ieri i pellerossa e i neri; ieri i marziani, gli omosessuali e i comunisti; oggi gli arabi). Un sistema, ancora convinto di essere il migliore dei mondi possibili, che pensa di avere «Dio dalla sua parte», che ha fede nel suo ruolo di faro morale per le altre nazioni. Una nazione che pare ancora la stessa descritta da Norman Mailer nel suo White Negro - «sull'orlo di una crisi di nervi, trasuda paura da ogni poro e in cui l'unico coraggio è quello isolato di gente isolata».

Ferlinghetti è uno degli ultimi superstiti di quel gruppetto di disadattati, di amici strampalati, beati e sbattuti, che mezzo secolo fa si era messo in testa di celebrare la vita sfidando l'american way of life armato di sola poesia e di voglia di pace. Gente che voleva abolire le frontiere, i controlli, la distanza tra gli esseri umani. Con lui c'erano un cattolico tormentato (Kerouac), un visionario ebreo (Ginsberg), un teppistello italoamericano (Corso), un tarantolato ladro di automobili (Cassady) e un rampollo di buona famiglia con la passione per i bassifondi (Burroughs). Amici, che con il loro stile di vita, hanno stregato le menti di milioni di persone spingendole a mettersi sulla strada alla ricerca di se stesse. I beat sono riusciti misteriosamente a tener sveglia l'anima di una nazione anestetizzata dal materialismo, salvandola dalla morte spirituale. Sono diventati gli inconsapevoli portabandiera della ribellione contro la segregazione razziale, il militarismo rampante, i diritti civili negati alle minoranze etniche e sessuali, la caccia alle streghe maccartista, la devastazione della natura, la scelta tra il morire di noia o di olocausto nucleare. Senza volerlo hanno dato voce ad un dissenso che serpeggiava sotto la patina tranquillizzante della società, hanno omaggiato vecchi poeti e fuorilegge, letto Ezra Pound e gli haiku giapponesi, ascoltato Rimbaud e Charlie Parker, studiato Walt Whitman e il surrealismo, frequentato la Rive Gauche e la cultura da strada, William Blake e John Coltrane. Si sono dedicati con profitto a intossicazioni da antologia, amori promiscui e viaggi agitati; hanno inseguito l'estasi con la parola; messo a nudo le loro menti, raggiunto nuovi livelli di pazzia, «cantando, delirando e cibandosi di stelle e facendo cadere a goccia a goccia il succo del loro cuore sull'asfalto bollente» (Kerouac, On The Road, 1957). E oggi Lawrence Ferlinghetti continua a tenere accese le luci della città.








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"Pianti degli animali che muoiono"
by Lawrence Ferlinghetti Saturday, Oct. 15, 2005 at 11:29 PM mail:

Pianti degli animali che muoiono

Lawrence Ferlinghetti

In un sogno dentro un sogno ho sognato un sogno
tutti gli animali che muoiono
tutti gli animali dappertutto
che muoiono & muoiono
gli animali selvatici gli animali pelosi
alati animali piumati animali
rapaci & piccoli & impellicciati
in calore & che muoiono & muoiono
nelle foreste tropicali che si riducono
in pinete ed alte sierre
su praterie che si riducono & mesas d’erbe rotolanti
catturati battuti affamati & storditi
intrappolati e commerciati
specie che non intendevano essere nomadi
vagando senza radici come uomini
Tutti gli animali che piangono
nei loro nascosti luoghi
sgattaiolando via e strisciando via
attraverso gli ultimi luoghi selvatici
attraverso il denso sottobosco
gli ultimi Grandi Boschetti
oltre le montagne
intersecati da rampe
oltre le paludi
oltre le pianure e i recinti
(l’Ovest ha vinto con macchine di filo spinato)
(nel nord del paese)
(nel sud del paese)
nelle paludi
intersecate dalle autostrade

In un sogno dentro un sogno ho sognato
come si sfamano & amano & corrono & si nascondono
come le foche sono colpite sulle distese ghiacciate
le bianche morbide pelose foche con crani a guscio d’uovo
le grandi verdi tartarughe & mangiate
esotici uccelli catturati & ingabbiati & impastoiati
rare bestie selvatiche & strani rettili & bizzarri woozoos
cacciati per gli zoo
da neri e barbuti mercanti
che dopo cavalcano intorno a Singapore
dentro limousine tedesche
con puttane francesi

In un sogno dentro un sogno ho sognato un sogno
tutta la terra che si asciuga
fino a cenere bruciata
nel famoso Effetto Serra
sotto una calotta di biossido di carbonio
espirato da un miliardo
di infernali motori a scoppio
mescolato col dolce odore di carne che brucia
E tutti gli animali che si chiamano l’un l’altro
In codici che non capiamo mai
La foca e il vitello urlano
nella stessa voce lo stesso urlare
Le ferite non guariscono mai
nella comunità degli animali
Noi rubiamo le loro vite
per alimentare noi stessi
e delle loro vite
i nostri sogni sono seminati

In un sogno dentro un sogno ho sognato un sogno
il quotidiano tafferuglio per l’esistenza
nel modello a carica dell’universo
il mondo ruota-di-carne che gira
per consumarsi
E in un sogno dentro un sogno ho visto
come l’alito cattivo delle macchine
infetta la terra e l’uomo
e la cultura del consumo
si mangia la terra e l’uomo
e il capitalismo al capolinea
mascherandosi come democrazia
stupra la terra e l’uomo

Ma in un sogno ho sognato un sogno di come
tutte le persone allo spartiacque della terra
tutte le etnie della terra
tutte le persone senza diritto di voto del mondo
i padroncini d’America
i giovani d’America e i poveri d’America
finalmente insorgono
e smantellano la civiltà industriale
senza ammazzare nessuno
e salvano l’umanità da se stessa.

(traduzione di Antonio Bertoli)




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KARELIA PRO FERLINGHETTI LIBERATO
by RAUL KARELIA Sunday, Oct. 16, 2005 at 10:05 AM mail: raulkarelia@virgilio.it

Esprimo la mia totale solidarietà per la incresciosa vicenda capitatagli, nell'Italia Burocratica e Antirinascimentale, al fratello Ferlinghetti che ho conosciuto personalmente a santa Monica in California. E' una persona straordinaria, uno dei più grandi poeti della letteratura contemporanea.
Quanto al quesito "incazzatino" sulla cultura europea su Indymedia il nostro progetto è aggregare i popoli multietnici europei. E' questa una singola tappa per l'aggregazione dei popoli mondiali, parallela ad altre azioni contemporanee che svolgiamo in altre aree del mondo.
E' una strategia a cerchi concentrici dilatantisi. Getti una pietra in uno stagno e vedrai gli effetti progressivi dell'energia espendentesi. Se più pietre vengono gettate in punti diversi dello specchio equoreo la progressione diverrà geometrica fino al sommovimento finale di tutta l'acqua.
Non è un caso che Il Comitato Europeo, che pro tempore presiedo, è un appendice del Tribunale Internazionale(e sottolineo Internazionale) dei Deboli. E' questo un Cybetribunale Estetico senza frontiere nato per difendere tutti i deboli del mondo, depotenziando i forti nell'ambito di una visione del Cybersocialism, ovvero il socialismo internettiano da trasfondere nell'ulespazio, termine coniato dalla mia lingua madre, l'ellenica, dal giudice Francione.
Mando i miei saluti a tutti i Fratelli di Indymedia sperando di poter venire in Italia per fare un convegno sul punto, invitando se possibile il Ferlinghetti Liberato.

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per: raul karelia.
by antiquario del futuro Sunday, Oct. 16, 2005 at 1:56 PM mail:




ok. sono belle cose e belle parole. e mi dispiace se ti ho offeso. pero' ad istinto sento che dovreste fare uno sforzo ulteriore. giacche' parlate niente di meno che di cybersocialism e coniate termini nuovi da aggiungere al dizionario (!!!!) , dopodiche' usate termini come "tribunale internazionale" (la parola internazionale - troppa vecchia e inflazionata - fareste certamente meglio a dire intercontinentale, come minimo; e come passo ulteriore potreste dire addirittura interplanetario).
se vi spaventa questo passaggio galattico, mi chiedero'; ma avete mai letto i libri della beat generation? avete mai assaporato la forza rivoluzionaria delle loro parole, comportamenti, idee e concetti????? dici di aver conosciuto personalmente ferlinghetti. e allora? io conobbi gregory corso! e per l'eta' che ho, fu' una
cosa tremenda. se avessi 20 anni in piu' probabilmente avrei vissuto con loro in giro per l'america; tra citta' del messico e new york e san francisco. ma a chi importa di sapere chi abbiamo conosciuto in vita nostra?
e' molto bella l'idea della strategia dei cerchi concentrici.
ma mi chiedo di nuovo, perche'? se siete gente direi piuttosto intelligente, perche'? non avete il coraggio di andare oltre il concetto di "cultura europea", di trasformarlo, di rinventarlo, a partire innanzitutto dal peso delle parole?
sarebbe bello se verrete in italia per fare il convegno; tempo permettendo cerchero' di partecipare sicuramente.
e sarebbe in effetti davvero bello se invitassimo ferlinghetti......e magari anche il grande leroy jones (amu barraka) amico e collaboratore infatti di lawrence.

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PER L'ANTIQUARIO
by RAUL KARELIA Sunday, Oct. 16, 2005 at 4:30 PM mail:

Va bene antiquario. Useremo i termini che vuoi tu.
Quello che conta è la "sostanza delle cose". Se vuoi puoi assumere il comando (credimi termine assolutamente ludico) delle operazioni del Comitato così riscrivi tu la nomenclatura e, se non ti piace, finanche il titolo del movimento(capisco che il comites sa troppo di nero... wolf...)
Il nostro comitato è senza testa e senza coda. Tutto è estremamente provvisorio e realmente democratico.
Spero d'incontrarti al convegno. Lo faremo mascherandolo dietro un titolo diverso per non essere identificati. Partecipa a tutti i nostri convegni underground e prima o poi ci scoverai.
Infatti, la vera essenza delle nostre azioni è la Rivoluzione Estetica del mondo. Pacifica ma deflagrante
Ciao
Raul K.

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