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[Bergamo] Rassegna stampa di oggi sul corteo antifa di sabato
by info Monday, Feb. 14, 2005 at 12:00 PM mail:

L’eco di Bergamo di oggi è praticamente monotema. L’obbiettivo è quello di isolare il centro sociale Pacì Paciana e, usando il corteo a pretesto, colpire a fondo la giunta comunale di Bruni, accusata di fare sponda al centro sociale. I toni usati hanno del grottesco: le scritte lungo il corteo sono diventate “devastazioni”.. Si parla addirittura di violenze e incidenti, come se fosse stata una giornata di guerriglia urbana. La mistificazione della realtà è consuetudine de L’Eco di Bergamo, ma ciò che si legge sul giornale oggi non ha precedenti. Già due ministri del governo Berlusconi sono intervenuti sull’accaduto. Tremaglia chiede l’intervento del Ministero degli Interni (!!!). Castelli, criticando l’assessore Rustico, che a titolo personale ha partecipato al corteo, coglie l’occasione per sferrare l’ennesimo colpo allo stato di diritto e, indirettamente, entra nel merito dei motivi che hanno portato al corteo: “..dopo quasi 4 anni di governo non siamo riusciti a cambiare molto storture di questo sistema. Penso alla legge Mancino, penso ai reati di opinione ma penso anche all'enorme ingiustizia secondo la quale come cittadino sono costretto ope legis a contribuire a pagare attraverso il canone Rai cachet multimilionari a due personaggi di cui non condivido nulla”. Una precisazione: Il decreto Mancino è quello che punisce gli atti mossi da odio razziale e da ideologie di stampo nazifascista. E’ il decreto attraverso cui sono stati disciolti (si fa per dire..) Base Autonoma nel ’93 e Hammerskin nel ’98, i due network nazionali degli skinhead di estrema destra. E’ agghiacciante.

Dal sito de L’Eco di Bergamo:

Rustico a «Quelli che il calcio»
E il ministro Castelli insorge

Duro intervento del ministro Castelli contro l'assessore bergamasco Fabio Rustico e la trasmissione televisiva «Quelli che il calcio», cui Rustico ha partecipato. Il ministro ha chiesto l'intervento della commissione di vigilanza. Secondo Castelli i conduttori Simona Ventura e Gene Gnocchi avrebbero dato spazio a Rustico, che ieri ha partecipato ad un corteo no global «durante il quale è stato messo a soqquadro il centro della sua città con numerosi atti di vandalismo».

Castelli insiste: per andare in televisione - dice - «basta partecipare a un corteo no global, uno di quelli dove i partecipanti imbrattano le città e si lasciano andare ad atti vandalici. È quanto è accaduto all'assessore del Comune di Bergamo che ieri ha partecipato al corteo del centro sociale Pacì Pacianà durante il quale è stato messo a soqquadro il centro della sua città con numerosi atti di vandalismo e che oggi si è ritrovato in onda su un canale del servizio pubblico, omaggiato quale luminoso esempio di impegno sociale dall'ineffabile duo Gnocchi-Ventura». «Devo ammettere - ha detto ancora il ministro della Giustizia - che dopo quasi quattro anni di Governo, non siamo riusciti a cambiare molte storture di questo sistema. Penso alla legge Mancino, penso ai reati di opinione ma penso anche all'enorme ingiustizia secondo la quale come cittadino sono costretto ope legis a contribuire a pagare attraverso il canone Rai cachet multimilionari a due personaggi di cui non condivido nulla. Spero che la commissione Rai intervenga su questa vicenda».

Dalla prima pagina:

Raid in centro, scoppia la bufera

La Margherita contro la tiepida reazione del sindaco. Bruni: ci costituiremo parte civile Tremaglia: il ministero faccia luce sugli ordini dati dal questore. E Castelli attacca Rustico

Il giorno dopo i vandalismi durante il corteo del centro sociale Pacì Paciana si accende la polemica politica. La Margherita non fa sconti: «Netta condanna senza giustificazione, non siamo disposti a tollerare sottovalutazioni». Il sindaco Bruni puntualizza: «Il Comune incaricherà il proprio legale di costituirsi parte civile». Il ministro Tremaglia: «Chiederò che l'Interno apra un'inchiesta. Perché la polizia non è intervenuta?». La replica del questore: «Una reazione poteva avere gravi conseguenze». E Castelli attacca Rustico, ieri in tv.

Il direttore del giornale dedica alla questione persino l’editoriale:

Nessuno sconto a chi usa violenza

A questo punto facciamo fatica a capire se sia più grave quanto è avvenuto sabato pomeriggio alla manifestazione del Pacì Paciana in centro città o l'atteggiamento di alcune autorità che fin dalle prime dichiarazioni hanno cercato di minimizzare la gravità dei fatti. È pur vero che la manifestazione era autorizzata e che non ci sono stati incidenti e neppure tafferugli (con buona pace della Sinistra Antagonista, che ci accusa di disinformazione, sappiamo ancora distinguere un accoltellamento da chi scrive sui muri), ma è altrettanto vero che a un gruppo di fanatici col viso coperto da maschere bianche è stato concesso di prendere a martellate le telecamere, imbrattare decine di muri e vetrine, insultare chiunque e perfino incendiare il tendone di un esercizio pubblico. Il tutto, sotto l'occhio (poco) vigile e (molto) tollerante delle forze dell'ordine che aprivano e chiudevano il corteo. Perchè, lo chiediamo anzitutto al sindaco, tanta fatica a chiamare con il loro nome questi teppisti? Perché non ammettere che si è data fiducia a giovani subito pronti a tradirla e mostrarsi comprensivi con chi negli slogan e nelle scritte inneggia alla «violenza proletaria», a «10-100-1000 Nassiriya» o a «rubare tutto e di più»? Forse perché sono di sinistra e l'attuale amministrazione preferisce tenerseli buoni?
Il sindaco Bruni, che è persona seria e responsabile, farebbe bene a svestire per qualche ora i panni garantisti del penalista e provare a ripercorrere le vie in cui si è snodata la manifestazione ascoltando i residenti e i commercianti. Oppure a confrontare – se proprio non vuole dare importanza agli avversari politici – le sue dichiarazioni all'acqua di rose della prima ora con quelle di alcuni partiti del centrosinistra ed esponenti della sua amministrazione molto più espliciti di lui nel condannare le devastazioni. Ma soprattutto Bruni farà bene a trarre delle conseguenze di fronte agli atti vandalici commessi l'altro giorno, interrogandosi, insieme agli alleati del centrosinistra, sull'escalation di violenza politica che si sta verificando e che, peraltro, coinvolge anche frange dell'estrema destra. Non dimentichiamo che l'iniziativa – svoltasi dopo la rissa fra il gruppo di «Azione giovani» e alcuni esponenti dell'area dei centri sociali avvenuta al piazzale degli Alpini nel Giorno della Memoria – aveva l'appoggio di Ds, Rifondazione, Verdi e Udeur. E anche se adesso alcuni dirigenti di queste forze alzano la voce contro i manifestanti, una maggior prudenza non avrebbe guastato da parte di chi ha in mano le sorti di una città.
Un discorso a parte meriterebbe la presenza nel corteo dell'assessore alle Politiche giovanili Rustico, la cui imbarazzante ingenuità ha finito per coinvolgere indirettamente le istituzioni, nonostante la tardiva retromarcia. Uno scivolone che ha poche giustificazioni e che, a mente fredda, meriterebbe per lo meno delle scuse soprattutto nei confronti di quei cittadini che si trovano, loro malgrado, a dover pagare i danni prodotti dai «ragazzi» dei centri sociali.
Il terzo capitolo riguarda l'atteggiamento delle forze dell'ordine. Siamo d'accordo con il questore che intervenire a muso duro durante la manifestazione sarebbe stato come gettare un fiammifero in una polveriera, ma ci ha sorpreso e spaventato la sua prima dichiarazione: «Non c'è alcun provvedimento da prendere». Durante la manifestazione magari no, ma adesso non solo è auspicabile bensì necessario che uno per uno i teppisti vengano individuati e denunciati alla giustizia. Sono stati commessi reati e come tali vanno considerati se non si vuole alimentare un clima di sfiducia nei confronti di chi ha il compito di garantire l'ordine pubblico.
Nessuno può permettersi, per nessuna ragione, di umiliare e ferire in questo modo la città: anche la violenza nei confronti delle cose va stigmatizzata e perseguita. E se qualcuno, di destra o di sinistra, vuol riportare indietro l'orologio del tempo, al clima di intolleranza degli anni '70, deve essere subito isolato. Bergamo è cambiata e non ha nessuna voglia di subire le paranoie di giovani borghesi ribelli contro il sistema quel tanto che li fa sentire diversi, eppure nel sistema perfettamente a loro agio.
Ettore Ongis

Lo stillicidio di esagerazioni e condanne continua (anche dal centro sinistra) nelle pagine cittadine:

La Margherita prende le distanze da Bruni

«Non siamo disposti a tollerare silenzi e sottovalutazioni». Dura condanna dei Ds alle violenze Il sindaco: saremo parte civile, il Pacì Paciana dia spiegazioni. Stasera Consiglio, opposizioni all'attacco

Comunicato della Margherita il giorno dopo: «Oltre a esprimere la netta condanna senza giustificazione alcuna di ciò che è accaduto nel corso della manifestazione, non siamo disposti a tollerare silenzi e sottovalutazioni di ciò che è accaduto da parte di consiglieri comunali, assessori o altri rappresentanti delle istituzioni. Prima di dare la disponibilità a confrontarsi sulle questioni ancora aperte relative all'uso degli spazi o alla ristrutturazione del capannone occupato dal Pacì Paciana, il Comune deve pretendere che vi sia da parte dello stesso centro sociale una ferma condanna di quanto è accaduto». A giudicare dai toni del comunicato diffuso ieri – assieme a un ordine del giorno da discutere stasera in Consiglio comunale – dalla segreteria provinciale (retta da Giovanni Sanga), cittadina (Ebe Sorti Ravasio) e dal gruppo consiliare (presidente Fiorenza Varinelli), la manifestazione del Pacì Paciana non avrebbe fatto danni solo per le vie del centro. Le conseguenze rischiano di avere dei riflessi anche sul piano politico e sugli equilibri di una maggioranza che di prove ne ha già dovute superare parecchie. Difficile leggere diversamente il riferimento «ad assessori e altri rappresentanti delle istituzioni». Difficile non pensare, in quest'ottica, al clamore suscitato dalla partecipazione (a titolo personale, ben s'intende) di Fabio Rustico e alle dichiarazioni rilasciate a caldo dal sindaco, giudicate troppo tiepide. Soprattutto quando aveva argomentato quel sottile distinguo tra i vandalismi in centro («Fermo restando che per certi episodi sconfinanti nell'illegalità non c'è ovviamente alcuna giustificazione e la condanna è totale, i vandalismi fini a se stessi risultano ancor più incomprensibili di altri, come quelli delle telecamere, dietro i quali c'è comunque una logica, anche se assolutamente condannabile»). Ieri Bruni è tornato sull'argomento: «Visto che i danni riguardano il patrimonio comunale, l'amministrazione incaricherà il proprio legale di procedere in qualità di difensore della persona offesa, oltre a costituirsi parte civile non appena sarà possibile. I rapporti col Pacì Paciana? Affinché il dialogo che c'è stato finora prosegua sugli stessi binari, è indispensabile che vengano fornite delle delucidazioni, in quanto, come minimo, c'è stata una responsabilità per omesso controllo da parte degli organizzatori».
Basterà a placare gli animi prevedibilmente agguerriti delle opposizioni e di quanti anche all'interno della maggioranza hanno visto di cattivo occhio la partecipazione, anche se a titolo personale, dell'assessore allo Sport e alle politiche giovanili Fabio Rustico? A giudicare dai toni sarà una mediazione davvero dura.
Nel frattempo il primo assessore a farsi vivo è Antonio Misiani : «Gli episodi di sabato sono inaccettabili – afferma l'assessore al Bilancio –, come inaccettabile è qualunque atto di vandalismo che si è verificato in passato. Quanto successo rischia di scavare un fossato profondo e incolmabile tra i promotori della manifestazione e la città. Ognuno di loro si assuma le proprie responsabilità e si renda conto di avere fatto un gigantesco favore a chi non attendeva altro che di strumentalizzare ogni cosa». E sull' ordine pubblico Misiani ritiene «necessaria una riflessione con le autorità per vedere cosa non ha funzionato e come agire in futuro per evitare che si ripetano simili episodi di inciviltà».
«Non riesco a capire in alcun modo perché telecamere, tendoni e muri – incalza il segretario provinciale dei Ds Maurizio Martina – debbano diventare obiettivi di una manifestazione. Le responsabilità dei danni vanno accertate subito e con chiarezza. Spero che il Pacì Pacina batta un colpo: è ora che faccia un passo in avanti responsabile verso la città».
«O questa città se la "riprendono" tutti i cittadini che vogliono e chiedono democrazia, partecipazione, vivibilità – completa il ragionamento il segretario cittadino Matteo Rossi – oppure ognuno rimarrà all'interno dei propri confini, a tutto vantaggio di quelle destre che oggi usano elettoralmente i loro sbagli. Pensiamo ad esempio alle dichiarazioni di Daniele Belotti pronto a stracciarsi le vesti in questi casi e, invece, sempre assolutamente muto quando si tratta di condannare il teppismo di una frangia minoritaria della tifoseria calcistica».
La replica di Daniele Belotti non si fa attendere: «Se per giustificare certi episodi – ha ribattuto il consigliere leghista – bisogna per forza attaccarsi ai tifosi dell'Atalanta, vuol dire che le forze di maggioranza si trovano proprio in grande imbarazzo. Il fatto grave non sono solo gli incidenti, ma gli appoggi politici e l'adesione dei partiti, oltre che di un assessore, alla manifestazione. Allo stadio c'è di tutto, teppisti compresi, ma non si fa politica». Altro assessore, altra condanna: «È stata una brutta giornata segnata dall'intolleranza e dall'impunità – è la dichiarazione di Valter Grossi –. Dinnanzi ad atti illegali e violenti i veri democratici non devono ammettere zone franche, né consentirsi ammiccamenti di sorta. L'esperienza recente ha già insegnato cosa produce la sottovalutazione di certi fenomeni».
E, in attesa che qualcuno del Pacì Paciana si faccia vivo (anche ieri dai responsabili del centro sociale non è arrivato alcun commento), qualcuno, pur condannando gli episodi di vandalismo, abbozza una spiegazione: «Abbiamo aderito al corteo per manifestare la nostra solidarietà al Pacì, dopo i numerosi attacchi, ben più che vandalistici subiti negli ultimi mesi – spiega Marcello Saponaro , coordinatore provinciale dei Verdi – e bene hanno fatto ad aderire gli altri partiti, non solo di sinistra. I vandali di ieri, a detta di molti, appartengono a gruppi e centri sociali non bergamaschi». Saponaro apprezza poi il comportamento della Questura e delle forze dell'ordine: «Hanno condotto pacificamente il corteo fino al termine e, con sano realismo, hanno evitato ogni azione che potesse alzare la tensione».
«Se di inciviltà del Pacì Paciana si parla – è la sottolineatura di Orio Zaffanella , segretario Provinciale dell'Udeur che ha aderito alla manifestazione – allora dobbiamo parlare anche dell'inciviltà di certi politici che a Bergamo hanno prodotto il nefasto connubio tra la politica e gli affari».
Il deputato azzurro Giorgio Jannone dichiara che «attraverso interrogazioni e interpellanze Forza Italia porrà nelle sedi opportune, locali e nazionali, tre domande: se l'assessore Rustico conferma di essere uscito dal corteo al momento in cui la manifestazione è degenerata; se non era prevedibile quanto successo; infine, per quanto riguarda l'ordine pubblico, se sia stato fatto tutto il possibile per evitare l'accaduto». Totale, infine, la condanna dei giovani di Forza Italia. Scrive Daniele Lussana: «Ci discostiamo completamente da questo modo di fare politica che non rappresenta assolutamente la maggioranza della realtà giovanile bergamasca».
Queste le prime reazioni, all'appello manca Rifondazione Comunista. L'appuntamento è per questa sera in consiglio alle 17.45. Sul tavolo ci sono già due ordini del giorno. Oltre a quello della Margherita, ne è già stato presentato un altro da An: «Chiediamo – si legge nel documento firmato da Franco Tentorio e Alessandra Gallone – ai partiti che hanno aderito, o comunque hanno in qualche modo condiviso la manifestazione, di esprimere la loro piena condanna e il loro totale dissenso rispetto agli episodi di gratuita violenza accaduti». Due inoltre le richieste all'amministrazione: revocare immediatamente la convenzione appena stipulata con il centro sociale Pacì Paciana, che prevede la ristrutturazione dell'immobile (del valore finale di quasi un milione e mezzo di euro) e la sua assegnazione a canone super-ridotto, e destinare le somme previste per la ristrutturazione «alla riparazione o sostituzione dei beni comunali distrutti o danneggiati e al risarcimento di tutti i danni provocati a negozi, edifici pubblici e privati». Infine An – che chiede la costituzione di parte civile nel procedimento legale verso i responsabili degli atti vandalici – condanna il comportamento di Rustico «che da un lato non ha detto una parola di solidarietà ai ragazzi di Azione Giovani vittime della recentissima aggressione e dall'altro si è schierato platealmente con i giovani di sinistra che volevano "riprendersi la città"».
Emanuele Falchetti

Persino il questore cerca di riportare ai dati di realtà la questione:

Bufera sul questore. «Ma reagire era peggio»

Tremaglia chiede un'inchiesta ministeriale: perché le forze dell'ordine non sono intervenute? La replica di Longo: «Una nostra reazione avrebbe potuto avere gravi conseguenze»

Da un lato il ministro per gli Italiani nel mondo, Mirko Tremaglia, esige spiegazioni e promette di far aprire un'inchiesta sull'operato del questore. Dall'altro il questore Salvatore Longo ribadisce che un intervento della forza pubblica per fermare gli atti vandalici di sabato avrebbe potuto avere conseguenze ben più gravi. Ben più gravi di scritte sui muri che, comunque, Longo non esita a condannare e per le quali – dice – potrebbero presto fioccare le denunce.
Quel che resta del corteo di sabato, organizzato dal centro sociale Pacì Paciana «Contro il nazismo e il fascismo - riprendiamoci la città», non sono soltanto scritte a bomboletta spray e vandalismi in mezza città, ma anche polemiche che potrebbero superare i confini di Bergamo e arrivare fino a Roma.
«Chiederò al più presto al ministro dell'Interno Giuseppe Pisanu – ha dichiarato infatti Mirko Tremaglia – che venga aperta un'inchiesta sulla vicenda di Bergamo». Le accuse di Tremaglia sono precise: «Il questore – ha affermato il bergamasco ministro degli Italiani nel mondo – ci deve dire che disposizioni ha dato ai suoi uomini per la gestione del corteo di sabato pomeriggio in centro città. Perché, ad esempio, di fronte alle imbrattature di alcuni partecipanti sui muri del centro i poliziotti non sono intervenuti? Perché di fronte al principio d'incendio al tendone di un bar non hanno fatto nulla? Non credo che la colpa sia delle forze dell'ordine, intese come singoli agenti che si trovavano in servizio sul posto, bensì di chi ha gestito male la situazione». Un intervento della forza pubblica non avrebbe potuto far degenerare la situazione? «Quel che è certo – ritiene Tremaglia – è che non si può lasciare a nessuno la libertà di compiere reati e lordare la città. Altrimenti si corre il rischio di stabilire il principio che simili cose si possono fare senza ostacoli. Anche il sindaco, che è persona perbene, credo sia preoccupato da questa situazione: quella di sabato pomeriggio è stata una brutta pagina per la città. Mi auguro che i responsabili possano pagare per quanto hanno fatto».
Il questore, nell'occhio del ciclone, continua a dirsi tranquillo. Anche di fronte alla ventilata apertura di un'inchiesta sul suo operato: «Nella gestione dell'ordine pubblico – ha infatti ricordato Salvatore Longo, che per la cronaca ha seguito passo passo la manifestazione di sabato per tutta la sua durata – occorre calcolare i rischi che si corrono con un eventuale intervento della forza pubblica. È chiaro che il deturpamento di muri e gli atti vandalici sono fatti gravi e da condannare. Tutt'altra cosa è un intervento fisico in una manifestazione: occorre valutare il danno che si provoca con una reazione della forza pubblica nei confronti dei manifestanti, in pieno sabato pomeriggio. E in un centro affollato. Noi al corteo c'eravamo eccome, e con un grosso apparato impegnato, oltre che in manifestazione, anche nel presidio accurato di tutti i possibili obiettivi istituzionali e di partito: la Prefettura, il Comune, la sede di Alleanza Nazionale, "L'Eco di Bergamo". Abbiamo fatto una valutazione tecnica e preso una decisione che riteniamo giusta: un nostro intervento avrebbe avuto conseguenze ben più gravi di quanto è effettivamente accaduto sabato pomeriggio. Questo per chi ha esperienza nel nostro mestiere è fuor di dubbio».
Ma qualcuno pagherà per l'accaduto? Lo stesso questore promette però che sarà fatto di tutto per identificare e denunciare i responsabili degli atti vandalici di sabato pomeriggio, nonostante molti degli autori abbiano agito a volto coperto da maschere o passamontagna, mentre sporcavano muri o oscuravano a martellate le telecamere di videosorveglianza del Comune: «Coloro che si sono resi responsabili di questi atti – ha affermato Salvatore Longo – saranno identificati e denunciati: abbiamo i filmati della manifestazione. Siamo in contatto anche con altre questure, perché molti tra i manifestanti che si sono resi autori delle imbrattature provenivano da fuori Bergamo. Questo complica ovviamente le indagini». Secondo la Digos, in corteo c'erano oltre duemila manifestanti provenienti da tutta Italia: ci sarebbero stati arrivi da Milano, Brescia, Varese, Pisa, Livorno, solo per citare alcune città. E sull'inchiesta che Tremaglia intende far aprire, nessun commento particolare da parte di Longo, che conclude: «Mi sento tranquillo».
Vittorio Attanà

Ed ancora, ed ancora ed ancora…:

«Via Quarenghi ripiombata nella violenza»

Edifici sfregiati, vetrine imbrattate: neppure le pareti della chiesa di San Leonardo sono state risparmiate

Ha lasciato un segno profondo la manifestazione di sabato organizzata dai centri sociali e degenerata nel più becero dei vandalismi. Non solo sugli edifici sfregiati dalle scritte, sulle vetrine imbrattate di vernice, sugli antichi monumenti danneggiati senza il minimo rispetto, ma anche nell'animo della gente comune. Soprattutto in via Quarenghi c'è poco da stare allegri. È qui che i teppisti sembrano aver dato il peggio di sé.
A ventiquattr'ore dalla manifestazione le scritte tappezzano l'intera via. E la gente che legge certi slogan di pura violenza verbale e dal sapore vagamente anacronistico, che sembravano superati dalla storia - «fasci appesi», «foibe uguale giustizia», «morte al fascio e al padrone, viva la rivoluzione» - sembra chiedersi cosa c'entri tutto questo con i problemi - e non sono pochi - che già si trovano quotidianamente a vivere sulla loro pelle. Si domandano, per esempio, che forma di «solidarietà con i migranti» ci possa essere nello sfasciare le telecamere della videosorveglianza (due su tre) e nel tappezzare le vetrine dell'Unicredit con manifesti in cui si inneggia alla «rivolta globale».
«È incredibile - commenta Eugenio Fontana che lavora nella via e fa parte del comitato -, sembra di essere ripiombati a cinque anni fa, quando la nostra zona era diventata il simbolo di uno scontro politico che dovevamo subire in aggiunta ai disagi e al degrado in cui ci trovavamo e in cui, almeno in parte, ci troviamo tuttora».
Già, scontro politico: è sicuramente questo la scintilla che sabato ha innescato la spirale di vandalismo. Basta soffermarsi ancora sulle decine di scritte che, palazzo dopo palazzo, ti guidano come un ruvido filo d'Arianna lungo il tragitto compiuto dai manifestanti: «Divertiti alla faccia sua», recita un graffito con il volto di Fini in via Zambonate; «Via Giannino Zibecchi ucciso il 17 aprile 1975 dai Carabinieri» è la nuova denominazione sovrapposta alla targa di largo Medaglie d'oro; «No videosorveglianza, viva la lotta di classe» si legge su un muro di via XX Settembre. L'elenco è lungo e, soprattutto sui palazzi di Banca d'Italia e Bpu affacciati su viale Roma, si arricchisce con un autentico florilegio di scritte spray. Non c'è rispetto nemmeno per uno degli edifici più antichi del centro: altri due slogan imbrattano infatti la parete della chiesa di San Leonardo, tra largo Rezzara e via XX Settembre. Le sue origini risalenti all'XI secolo non sono bastate a sottrarla all'accanimento. In piazza Matteotti la tenda del bar Colleoni è ancora affumicata ed esibisce come una grande cicatrice il buco provocato dall'incendio legato al lancio di un fumogeno. Commenta il titolare: «Meglio stendere un velo pietoso».
E. Fa.

Dopo il corteo, la tv: scoppia il caso Rustico

L'assessore-calciatore ospite di «Quelli che il calcio» manda su tutte le furie il ministro Castelli

Scoppia il caso Rustico. Dopo la partecipazione dell'assessore-calciatore alla manifestazione organizzata dal centro sociale Pacì Paciana, che ha lasciato dietro di sé una scia di vandalismi, ieri il caso è arrivato alla tv nazionale, sollevando polemiche.
Rustico è stato ospite alla trasmissione «Quelli che il calcio», andata in onda nel pomeriggio su Raidue, e la cosa non è piaciuta al ministro della Giustizia Roberto Castelli, che ha chiesto l'intervento della commissione di vigilanza.
«Nel corso della trasmissione – afferma il Guardasigilli – i conduttori Simona Ventura e Gene Gnocchi avrebbero infatti dato spazio a un assessore comunale di Bergamo, Fabio Rustico, che sabato ha partecipato ad un corteo no global durante il quale è stato messo a soqquadro il centro della sua città con numerosi atti di vandalismo».
«In questi giorni – continua il ministro – un canale televisivo nazionale sta lanciando un concorso su "cosa sei disposto a fare per andare in televisione". La risposta è molto semplice: basta partecipare a un corteo no global, uno di quelli dove i partecipanti imbrattano le città e si lasciano andare ad atti vandalici. È quanto è accaduto all'assessore del Comune di Bergamo che sabato ha partecipato al corteo del centro sociale Pacì Paciana e che ieri si è ritrovato in onda su un canale del servizio pubblico, omaggiato quale luminoso esempio di impegno sociale dall'ineffabile duo Gnocchi-Ventura».
«Devo ammettere che - aggiunge Castelli -, dopo quasi quattro anni di governo, non siamo riusciti a cambiare molte storture di questo sistema. Penso alla legge Mancino, penso ai reati di opinione ma penso anche all'enorme ingiustizia secondo la quale come cittadino sono costretto, "ope legis", a contribuire a pagare attraverso il canone Rai cachet multimilionari a due personaggi di cui non condivido nulla. Spero che la commissione Rai intervenga su questa vicenda».
Su questa linea anche il vice presidente del gruppo di Forza Italia Antonio Leone: «È intollerabile – ha detto – che all'interno della trasmissione venga dato spazio a persone che, pur ricoprendo incarichi pubblici, partecipano a cortei no global compiendo atti vandalici e mettendo a soqquadro il centro della propria città».
Rustico, dal canto suo, ha spiegato: «È evidente che non condivido minimamente ogni forma di violenza - ha commentato - ma ero lì per sostenere il loro diritto a manifestare. Quando però ho visto che alcuni tra i manifestanti si lasciavano andare a episodi di violenza me ne sono andato».
Sulla questione è intervenuto anche il sindaco Roberto Bruni: «Quanto alla partecipazione al corteo – ha dichiarato il primo cittadino – si è trattato di una scelta del tutto personale e privata, come lo stesso Rustico ha detto a me e ha ripetutamente dichiarato. Politicamente, può essere stata un'ingenuità e un'imprudenza. Ma ritengo che altro non gli si possa rimproverare».
Sulle critiche mosse dal ministro Castelli per l'intervento a «Quelli che il calcio»: «Non ho visto il programma – ha detto Bruni – ma immagino si sia parlato solo di calcio. Se così è stato, trovo le parole del ministro del tutto inopportune e fuori luogo».

«Città abbandonata al suo destino, qualcuno doveva fermare i teppisti»

Sorpresa, indignazione, amarezza. Questi i principali stati d'animo dei tanti lettori che attraverso lettere, telefonate e e-mail inviate al giornale, hanno voluto commentare i «frutti» della manifestazione di sabato pomeriggio.
Ci sono stati anche un paio d'interventi che hanno difeso il corteo, minimizzando l'accaduto, ma il resto è un fronte compatto, di cittadini che intendevano sfogarsi per essere rimasti «prigionieri» di una manifestazione che ha danneggiato Bergamo materialmente e moralmente. Accuse assortite anche a forze dell'ordine, amministrazione Bruni e all'assessore Rustico in particolare.
«È una vergogna - accusa un cittadino che si firma G. C. -: la manifestazione di sabato è stata l'ennesima dimostrazione di che persone abbiamo davanti: vandali che non riconoscono la legge, ma che dalla legge sono riconosciuti. Vedere la nostra città assaltata in quel modo è stato veramente un colpo al cuore: siamo stati costretti a subire di tutto senza neppure poter contare sulle forze dell'ordine».
Secondo Enrico Scarpellini «è deprimente che un assessore del Comune si sia messo alla testa di un corteo di teppisti coinvolgendo indirettamente le istituzioni nella serie di atti vandalici. Bergamo è sempre stata esempio di civiltà, rispettosa delle culture altrui, ma devo chiedermi se lo è ancora oggi, perché i segnali di cedimento all'estremismo e l'omertà verso le forze che si fondano sulla violenza e sulla discriminazione (nemici sono tutti quelli che non sono di estrema sinistra) stanno prendendo il sopravvento».
Un altro lettore, Filippo Cavalli, usa il sarcasmo: «Da oggi chiunque a Bergamo è autorizzato ad imbrattare muri e arrampicarsi con una scala e spaccare a martellate le telecamere pagate dai cittadini. È ciò che è successo sabato sotto lo sguardo dell'assessore Rustico. Che tristezza assessore: si faccia un esame di coscienza e sappia che chi l'ha votata e l'ha vista incapace di muovere un dito, si è davvero vergognato… soprattutto per lei».
Non è d'accordo un altro lettore, che si firma «un pacifico manifestante», e si chiede: «Dove sono state le tanto acclamate violenze? Mi potreste spiegare il significato di violenza? È forse - dichiara provocatoriamente - la limitazione della libertà della "Bergamo bene" di fare shopping?».
Rincara invece la dose Nadia Giasini: «A forza di essere rispettosi delle idee altrui, ci ritroviamo a essere vittime di scriteriati che si permettono di distruggere quanto noi con sacrificio abbiamo costruito. Come identificare i vandali? Le autorità potrebbero farlo attraverso filmati e foto, ma è molto più comodo sostenere che "si è registrato solo qualche disagio". Quanto all'assessore allo Sport, invece di fuggire, avrebbe dovuto adoperarsi per calmare gli animi».
Altra voce fuori dal coro è invece quella di Daniele e Marco Pendezzini che ci accusa di «disinformazione», invitandoci «a condannare gli agguati fascisti in cui si accoltella la gente», anziché occuparci di qualche «scritta sui muri».
Infine un giovane che si firma Diego B. intende ironicamente congratularsi «con la giunta comunale: ho assistito alla demolizione con un bel martello di una telecamera da parte di un manipolo di personaggi e vi assicuro che è stato uno spettacolo mortificante. Vorrei sapere chi pagherà i danni di questi signori».

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Titolo Autore Data
.. io Monday, Feb. 14, 2005 at 9:25 PM
... basta Monday, Feb. 14, 2005 at 8:25 PM
corteo a bergamo andrea Monday, Feb. 14, 2005 at 6:46 PM
... ... Monday, Feb. 14, 2005 at 6:35 PM
che pena ---- Monday, Feb. 14, 2005 at 5:40 PM
fuori da ogni commento di parte. unochesifaglistracazzisuoi Monday, Feb. 14, 2005 at 5:19 PM
le foto???? un pacifista Monday, Feb. 14, 2005 at 4:52 PM
ma se non fossero state fatte scritte? ggg Monday, Feb. 14, 2005 at 4:04 PM
x vincenzo pacchiana io Monday, Feb. 14, 2005 at 3:32 PM
ancora tu? xxx Monday, Feb. 14, 2005 at 3:10 PM
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