il ragazzo che imbracciava l'estintore
Al di là dell'inutile retorica del martirio vorrei ricordare Carlo Giuliani. Vorrei ricordarlo con quella foto in cui imbraccia l'estintore, pronto a scagliarlo. Quella foto in cui mi riconosco. Perchè Carlo, come me non era un non-violento. perchè Carlo come me e tanti altri a un certo punto si era rotto le palle del "fare cordone diocan" di casariniana memoria. Carlo non era un punkabbestia come subito qualche pennivendolo si affrettò a scrivere per screditarlo. Daltronde non era necessario. Io ho una casa, un lavoro ben pagato, una famiglia, una fidanzata che spero di sposare presto, non ho mai tentato di sovvertire lo stato con la forza, ma non ho mai escluso a priori il ricorso alla violenza. Tre anni fa ero lì in via Tolemaide in "cordone-dio-can", per ore, ininterrottamente. poi qualcosa è successo, e ci siamo trovati con in mano chi un matttone, chi una bottiglia, chi la sbarra di un segnale stradale divelto... non voglio dire che abbiamo fatto bene , non mi interessa l'apologia della violenza stile ultras, voglio dire che è successo e basta, in certi casi non si ha il tempo di pensare troppo , si ha tempo di pensare il giusto... giusto il tempo per capire che o ci difendevamo o potevano ammazzarci, o ci difendevamo ATTACCANDO o ci avrebbero ammazzati... ammazzati. Carlo non era un eroe, lo è diventato. ma io preferisco ricordarlo com'era: un ragazzo come tanti altri...
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