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Uranio impoverito, linfoma di Hodgkin e le scuole di guerra in Sardegna
by saigon Wednesday, Jun. 15, 2005 at 10:41 AM mail:

Per comprenderne gli effetti devastanti, basta affinare lo guardo e addentrarsi nelle “scuole di guerra” di casa nostra. In Sardegna, ad esempio. Dove non troppo lontano dalle oasi paradisiache per turisti e vip ultramiliardari, si estendono 22 mila ettari chiusi, accessibili solo ai contingenti militari per i test, gli addestramenti e le simulazioni. Si tratta di basi militari che, di fatto, sfuggono alla legislazione regionale e nazionale. Basi, dove ancora oggi soldati inglesi e polacchi, prima di partire per il Golfo fanno le prove di “caccia all’iracheno”.

Uranio impoverito, l...
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Tra arsenico e uranio impoverito si consuma la sudditanza dell’Italia all’alleato americano
Armi di distruzione di massa. Basi fuori dal controllo dello Stato, morti sospette, indagini senza esito. Ecco cosa accade nelle aree del nostro paese sotto la giurisdizione Usa
Carmen Ruggeri


Il caporal maggiore Valery Melis è morto nel 2004, a soli 27 anni, per un linfoma di Hodgkin. Prestava servizio a Katlanovo, una zona di guerra tra Kosovo e Macedonia, e dal ’98 aveva svolto numerose esercitazioni presso il poligono di Teulada, in Sardegna. Dal foglio matricolare di Melis, risulta solo la presenza in Macedonia: Katlanovo e Teulada sono state cancellate.
Crispino Adragna era imbarcato sulla nave Perseo che trasportava armi missilistiche. Per le carte Adragna non è stato mai, ai tempi del conflitto, nell’area della ex-Jugoslavia. La sua nave, recitano gli schedari, non ha mai lasciato il porto di Taranto.
Domenico Lofaro, è morto nel 2004 per un linfoma al midollo spinale, anche lui ha partecipato alla missione nei Balcani. Anche per lui il foglio matricolare tace l’esperienza per cui ha ricevuto addirittura una medaglia.
Ciro Nastri, del Battaglione Mobile Carabinieri Laives, ha prestato servizio in Iraq. Per l’ospedale militare Nastri era affetto da una “semplice” gastroenterite, per quello civile da un linfoma di Hodgkin.
Di storie inabissate, cancellate dagli archivi militari di Stato “per ritardare il sorgere di una consapevolezza collettiva sulla pericolosità dei proiettili all’uranio impoverito”, se ne potrebbero raccontare parecchi. Trentatré le morti accertate, trecento almeno i contaminati dopo aver partecipato alle missioni in Bosnia, Somalia e Iraq, dove per altro, secondo l’inoppugnabile dossier che l’Unac (Unione Nazionale arma Carabinieri) ha presentato tra una coltre si silenzi ai parlamentari italiani, “si continua adoperare senza alcuna protezione e senza la consapevolezza del grave rischio che si corre”. In platea, nel giorno della presentazione del “Libro Bianco” dell’arma (questo il nome del dossier), pochi giornalisti e qualche parlamentare. C’erano Gigi Malarba, capogruppo Prc al senato e segretario della commissione d’inchiesta sull’uranio impoverito, la senatrice dei Verdi Tana De Zeleuta e il deputato Mauro Bulgarelli. Malarba conferma le denunce dell’Unac e promette che il maresciallo Savino, presidente dell’associazione, verrà sentito al più presto dalla Commissione dove potrà confutare i depistagli del ministerro della difesa che, con “statistiche e indagini manipolate”, cerca di annacquare le vittime inconsapevoli di un fuoco mai esploso. Tana De Zeleuta ricorda ai presenti che le Nazioni Unite hanno organizzato, poche settimane fa, ad Amman, in Giordania, un incontro per informare i membri del “nuovo” esercito iracheno sui rischi e sulle tecniche di bonifica dei siti contaminati dall’uranio impoverito. Un seminario disertato, senza “se” e senza “ma”, da Palazzo Chigi.
Ma, puntare l’indice contro l’uranio impoverito e far la conta dei soldati morti ammazzati di cancro, non significa necessariamente pensare all’Iraq, alla Somalia o ai Balcani. Per comprenderne gli effetti devastanti, basta affinare lo guardo e addentrarsi nelle “scuole di guerra” di casa nostra. In Sardegna, ad esempio. Dove non troppo lontano dalle oasi paradisiache per turisti e vip ultramiliardari, si estendono 22 mila ettari chiusi, accessibili solo ai contingenti militari per i test, gli addestramenti e le simulazioni. Si tratta di basi militari che, di fatto, sfuggono alla legislazione regionale e nazionale. Basi, dove ancora oggi soldati inglesi e polacchi, prima di partire per il Golfo fanno le prove di “caccia all’iracheno”.
Ecco qualche esempio:
- Salto di Quirra(Cagliari), il poligono più grande d’Europa. 13.000 ettari utilizzati per le attività di addestramento del contingente italiano e della Nato, ma concessi anche alle più importanti multinazionali d’armi (Alenia, Fiat, Melara, Dalmine, Eurosam, Aerospatiale, Thompson, Metror) per sperimentare nuovi ordigni. Nessuno, o almeno è quello che è dato sapere, conosce le tipologie degli armamenti sperimentati. A Quirra, un generale, G.M (ex comandante del poligono), e quattro militari di leva (Lorenzo Nichelini, Roberto Buonincontro, Antonio Vargu, Domenico di Francia) sono stati uccisi dalla leucemia. A Villaputzu – frazione di Quirra – tredici persone sono state divorate da tumori al sistema emolinfatico; a Escalaplano, 11 bambini sono nati con malformazioni genetiche.
- Capo Teulada, la base che, con i suoi 7.200 ettari di terra e 50.000 di mare, rappresenta il poligono a più intenso utilizzo in Europa. Dal 2000 Capo Teulada è il teatro delle esercitazioni della seconda flotta Usa per gli esercizio di tiro che, dal 1999, la “Us Navy” non può più svolgere nell’isola caraibica di Vieques, dove la resistenza della popolazione ha costretto gli americani a levare le tende. Il brigadiere Giuseppe Pintus vi ha prestato servizio ed è morto di leucemia. Da anni gli abitanti di Teulada chiedono che anche in Sardegna vengano svolte delle indagini sanitarie, senza alcun risultato.
- La Maddalena, base nevralgica della Marina Usa per sottomarini a propulsione nucleare e armamento atomico, che agisce in regime di piena extraterritorialità, al di fuori del copertura Nato e della giurisdizione italiana. Analisi di laboratorio, condotte su campioni delle acque a largo dell’isola di Santo Stefano, rilevano la presenza di sostanze radioattive. Le denunce di un medico della base sulle “anomale percentuali di focomelia e tumori ipofisari” sono rimaste inascoltate.
A Roma, al congresso nazionale dell’Unac, Michele Garau – rappresentante sardo dell’associazione – ha commentato così la terribile sequele di eventi: “Vorremmo che non ci fossero più indagini truffa come quella in corso sull'aria di Quirra, promosse il 7 marzo dall'onorevole Cicu e affidate a un unico esperto, il professor Riccobono dell’università di Siena che, a nostro avviso, rappresentano l'ennesima verità preconfezionata della scienza di stato. Da queste indagini è risultato che l'agente killer scoperto dalla Asl 8 di Cagliari è l'arsenico di una miniera. Ma è particolarmente strano come possa essere l'arsenico la causa delle malattie, visto che, secondo la letteratura medica, esso non ha alcun rapporto con le patologie denunciate nell'area del poligono. Non stupisce il silenzio gelido e indifferente sui morti e sull'abnorme percentuale di tumori e nascite di bambini deformi in due paesi adiacenti alla più grande base militare d'Europa dove troviamo sofisticati sistemi missilistici e che rappresenta un teatro stabile delle sperimentazioni di sistemi d'arma targati Fiat, Alenia, Melara, Aerospatiale, Thomson e così via. E’ una realtà nascosta, perché quello che va in scena è una fiction fatta di carabinieri sorridenti che partecipano a cerimonie “inutili” di Piazza, ai programmi televisivi; nulla si dice, invece, dei numerosi casi di mobbing tenuti sotto silenzio, dei morti da uranio, dei trasferimenti che non vengono concessi” .



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?????
by Ze'ev il Sionista Wednesday, Jun. 15, 2005 at 10:57 AM mail:

Mi scuso in anticipo se le mie parole possono apparire indelicate visto che si parla di morti. Non e' mia intenzione offendere nessuno.

Qui si scrive:

< Il caporal maggiore Valery Melis è morto nel 2004, a soli 27 anni, per un linfoma di Hodgkin. Prestava servizio a Katlanovo, una zona di guerra tra Kosovo e Macedonia, e dal ’98 aveva svolto numerose esercitazioni presso il poligono di Teulada, in Sardegna. Dal foglio matricolare di Melis, risulta solo la presenza in Macedonia: Katlanovo e Teulada sono state cancellate.
Crispino Adragna era imbarcato sulla nave Perseo che trasportava armi missilistiche. Per le carte Adragna non è stato mai, ai tempi del conflitto, nell’area della ex-Jugoslavia. La sua nave, recitano gli schedari, non ha mai lasciato il porto di Taranto.
Domenico Lofaro, è morto nel 2004 per un linfoma al midollo spinale, anche lui ha partecipato alla missione nei Balcani. Anche per lui il foglio matricolare tace l’esperienza per cui ha ricevuto addirittura una medaglia. >

E io riscrivo:


"Il caporal maggiore Valery Melis è morto nel 2004, a soli 27 anni, per un linfoma di Hodgkin. Prestava servizio a Katlanovo, una zona di guerra tra Kosovo e Macedonia, e dal ’98 mangiava spaghetti al pomodoro almeno due volte la settimana.
Crispino Adragna era imbarcato sulla nave Perseo dove vengono spesso serviti spaghetti al pomodoro alla mensa di bordo.
Domenico Lofaro, è morto nel 2004 per un linfoma al midollo spinale, anche lui ha piu' volte mangiato spaghetti al pomodoro."

Indovinate un po' quale puo' essere la causa della morte di questri tre militari?

Ze'ev il Sionista

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non solo per lo spiritoso sionista
by saigon Wednesday, Jun. 15, 2005 at 11:19 AM mail:

Sardegna:uranio, vittime militari e civili

Oggetto:uranio impoverito, vittime militari e civili.

Amareggia constatare come sia stato necessario che le malformazioni genetiche colpissero anche i figli dei militari per dare un barlume di rilievo nazionale ai drammi che devastano le comunità della Sardegna costrette a convivere con i poligoni Nato.
Il coraggioso reportage di Sigfrido Ranucci ha reso eclatante lo stridente contrasto tra la grande attenzione prestata dalle testate più prestigiose alla "sindrome dei Balcani" che colpisce i militari e i loro figli e il silenzio tombale, mantenuto per oltre un anno, su quella che la stampa sarda, da tempo, definisce "la sindrome Balcani-Quirra-Escalaplano".
Ad oggi i dati documentati e ripetutamente denunciati dai media sardi sono i seguenti: Poligono interforze Salto di Quirra, un generale e quattro militari di leva uccisi dalla leucemia, due in lotta contro il male*; Quirra - frazione di Villaputzu- 150 abitanti, 13 persone divorate da tumori al sistema emolinfatico; Escalaplano, 2.600 abitanti, 11 bambini nati con gravi malformazioni genetiche.
Inquieta il sospetto/certezza che l'abnorme percentuale di neoplasie e alterazioni genetiche che devasta le due comunità a ridosso della base militare sia solo la punta dell'iceberg e basti indagare anche negli altri paesi per vedere riemergere sinistri fenomeni, strani episodi, finora attribuiti alla fatalità, che hanno il loro epicentro nei poligoni Nato

La "sindrome Quirra" si è delineata nel gennaio-febbraio dello scorso anno, contemporaneamente all'emergere della "sindrome dei Balcani" e alle "ammissioni" sul criminale uso di DU da parte della Nato, sia in Bosnia e nelle altre zone teatro di guerra, sia nei "normali" addestramenti nei poligoni di Francia, Gran Bretagna, Germania, Grecia, Spagna.*
Le denunce del sindaco di Villaputzu sull'inquietante percentuale di tumori nella piccola frazione di Quirra, incuneata tra la zona interna e la zona a mare dell'omonimo poligono, non hanno prodotto conseguenze per un intero anno. Sono ancora inascoltate le denunce di un medico di La Maddalena sulle anomale percentuali di focomelie e tumori ipofisari. Sono inascoltati gli allarmi sull'uranio impoverito e le richieste di un monitoraggio ambientale sui 7.200 ettari di terra e i 50.000 ettari di mare martoriati dalle attività del poligono terrestre, aereo e navale di "Capo Teulada", il poligono in cui ha prestato servizio brigadiere Giuseppe Pintus, morto di leucemia.
L'accurato reportage televisivo di Carmìna Conte, la decisa campagna stampa (avviata lo scorso febbraio dal quotidiano La Nuova Sardegna, frutto di un coraggioso e minuzioso lavoro d'inchiesta), l'attenzione dei vari media dell'isola, hanno costretto il ministero della Difesa ad intervenire. Dapprima, si è appropriato del ritornello del suo predecessore ulivista: "non è mai stato usato uranio". In un secondo tempo, incalzato dalla stampa locale e dalle interrogazioni parlamentari, ha riproposto il copione della farsa- Mandelli messa in scena dall'ex ministro Mattarella: risibili indagini sedicenti scientifiche per tacitare l'indignazione popolare, proclamare l'innocuità del DU e sviare qualsiasi sospetto dall'uranio e dalle attività di guerra svolte nei poligoni e nei Balcani.
Un adagio popolare recita: "chi non vuol trovare non trova". Infatti, le "approfondite" indagini svolte dai reparti NBC in Bosnia non hanno mai trovato traccia dell'uranio sparso a tonnellate dagli Usa, la commissione Mandelli ha individuato misteriose "cause oscure" di medioevale memoria.
Le indagini-truffa in corso nell'area di Quirra - promosse il 7 marzo con gran clamore mediatico dal sottosegretario della Difesa Cicu e affidate ad un unico "superesperto volontario", il prof.Roccobono dell'università di Siena - ne troveranno ancor meno, come d'altronde già ampiamente anticipato dallo stesso Cicu. Il risultato ufficiale, scontato, avrebbe dovuto essere reso noto ai primi di aprile ma stenta ad arrivare, forse, perché in Sardegna l'attenzione della popolazione e dei media si mantiene alta e ha già tolto qualsiasi credibilità alla "verità" preconfezionata della "scienza di Stato", anticipata dall'ASL 8 di Cagliari. Dopo sei mesi di "accurate" indagini - richieste nel settembre scorso dalla Procura militare e rese note, con magistrale colpo di teatro, contemporaneamente all'avvio dell'indagine ministeriale Cicu-Roccobono - l'azienda sanitaria locale ha scovato l'agente killer: l'arsenico di una miniera d'arsenico, spacciata come miniera d'argento nel penoso tentativo di evitare il ridicolo totale e accuse di omissione di doveri d'ufficio. Peccato che l'agente killer scoperto dall'Asl 8, secondo la letteratura medica, non abbia rapporto alcuno con le patologie denunciate nell'area del "poligono della morte".
Eppure, indagini "clandestine" registrano anomale impennate di rilevatori geiger e inquietanti concentrazioni di cesio 134-137.
Eppure, i comandi militari spiegano chiaramente: "inalazioni di polvere insolubile UI sono associate nel tempo con effetti negativi sulla salute quali il tumore e disfunzioni nei neonati" ( K-FOR Multinational Brigade West G3-Nbc 22/11/1999). Però, l'uranio impoverito mette in discussione pesanti responsabilità dei vertici militari e politici, innesca cause miliardarie di risarcimento danni e bonifica ambientale, colpisce gli interessi dell'immenso impero economico costruito sull'uranio e il business delle imprese produttrici di sistemi d'arma. L'utilizzo di uranio nell'isola-paradiso-vacanziero, inoltre, mette in discussione i profitti della non meno potente industria turistica e ha pesanti ripercussioni negative sulla debole economia agroalimentare dell'isola che punta sulla genuinità e qualità dei prodotti.
Considerata la portata degli interessi in gioco, non stupisce che sia rimasta confinata nell'isola la lotta contro l'uranio impoverito e per il diritto di sapere quale uso hanno fatto della terra e del mare della Sardegna la Nato e le multinazionali produttrici/trafficanti di ordigni bellici. Non è casuale il gelido e indifferente silenzio da parte di quasi tutti i media a diffusione nazionale sui "morti di poligono" e sull'abnorme percentuale di tumori e nascite di bambini deformi che devasta due paesi adiacenti alla più grande base militare d'Europa, la più efficiente fiera-mercato-permanente di sistemi missilistici, il teatro stabile delle sperimentazioni di sistemi d'arma targati Fiat, Alenia, Melara, Aerospatiale, Thomson e via elencando.
E' facile e "opportuno" rimuovere gli orrori che si perpetrano nella colonia interna dell'Italia. La tragedia che attanaglia un remoto angolo di Sardegna non fa notizia, così come non fa notizia lo sterminio per uranio di irakeni, bosniaci, serbi,kosovari, afghani, palestinesi...o, forse, più semplicemente, ha ragione un pastore di Quirra condannato a morte dalle attività Nato. Con dolorosa rassegnazione chiede: "A chi interessa se uno di noi si ammala e muore? I militari hanno le loro associazioni di tutela, ma a noi chi ci difende? Meno siamo, più possibilità hanno di fare ciò che vogliono."
Come insegnano le tragedie del Cermis, Casalecchio, Ustica, Okinawa, Vieques, Escalaplano e Quirra, le attività della macchina bellica finalizzate ad esportare guerra tra i popoli, producono "l'effetto collaterale" di seminare morte e devastazione tra le popolazioni costrette ad "ospitarle", spesso, con il ricatto di qualche posto di lavoro, spesso, a loro insaputa come nel caso delle 12 città italiane i cui porti militari sono classificati a rischio nucleare. Per quanto potenti siano la Nato e le multinazionali del nucleare e delle armi, non si potrà depistare all'infinito e occultare i crimini di guerra in tempo di pace contando sul connivente silenzio stampa. Spunterà sempre qualcuno che non accetta il bavaglio e non si pone sull'attenti.
.
Comitato sardo GETTIAMO le BASI
per il comitato Mariella Cao
tel 070 823498 - 338 6132753
http://www.gettiamolebasi.supereva.it.


* Militari morti: Lorenzo Michelini, Roberto Buonincontro, Antonio Vargiu, Domenico di Francia, G. M. (ex comandante del poligono). Militari sopravvissuti: Christian Cardia, in cura dal marzo 94 al 1995; Fabio Capellano, in cura dal settembre 2000.
I casi di neoplasie tra la popolazione di Quirra , ufficialmente rilevati dall'Asl 8, ammontano a 11. Riteniamo che siano stati estrapolati i decessi.
** Altre basi dove Usa e Nato hanno usato Depleted Uranium.
ITALIA: Aviano, Dandolo, Gioia del colle, Cecina (interrogazione di Rizzi e Ballaman ), Cecina,Nettuno, Monte Romano, Bibbona (interrogazioni di Russo Spena marzo 2001).
EUROPA: Francia:Moronvilliers. Spagna: Bardenas Reales. Gran Bretagna:Dundrennam, Kirkcudbright, Solway Firth (Scozia); Eskmeals, Lulworth. Un poligono in Germania e uno in Grecia per ammissione dei Ministri della Difesa.
Oltre le zone teatro di guerra - Irak, Somalia, Balcani, Palestina, Afghanistan - il Du ha contaminato varie parti del MONDO: Giappone, base Usa di Okinawa; Portorico, base Usa di Vieques; Canada,Halifax; USA, Semipalatinsk, Albany-Colonie; Corea del Sud

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Use of DU shells is Illegal and a "War Crime"
by lu Wednesday, Jun. 15, 2005 at 11:25 AM mail:

 

1


 

There is a gradual rise in cancer deaths; from 450 in 1998 to 603 in 2001. The rate of birth defects has also risen sharply ..

Depleted Uranium - Depleting Iraq
6/14/2005 - Political - Article Ref: IV0506-2713
Number of comments: 3
Opinion Summary: Agree:3  Disagree:0  Neutral:0
By: Siraj Islam Mufti, Ph.D
Iviews* -


Depleted Uranium shell

Depleted uranium is a waste byproduct of the nuclear reactors. It contains the highly toxic U-238 isotope with a radioactive half-life of about 4.5 billion years. The breakdown of U-238 creates protactinium-234, which radiates potent beta particles. It is now generally agreed that radiation emitted on the breakdown of uranium may result in cancers in humans, as well as mutations in their germ cells that cause birth defects.

In the 1980s, the US army researchers discovered that the dense material of depleted uranium (DU), gives it a tremendous armor-piercing potential. And, DU-coated shells hitting the hardened steel armor are ignited on impact, creating a fiery burst of radioactive particles inside the enemy armored vehicle. 

However, the toxic residue of this firestorm also results in an extremely insoluble aerosol (or dust) that can be inhaled and absorbed by others in the vicinity causing a variety of long-term health problems. It can also be absorbed by plants and animals, and can thus become part of the food chain. Spread by wind, it can pollute the environment; and according to the UN estimates, when deposited in soil, it can create up to a 100-fold increase in radioactivity of the ground water. 

Estimates of the Depleted Uranium Used

As estimated by the UN and acknowledged by the Pentagon, the US and British forces used 1,100 to 2,200 tons of armor-piercing DU shells during the two months of March and April in 2003 attacks on Iraq. This is far more than the estimated 375 tons used in the entire 1991 Persian Gulf War, and its ill effects are bound to be much larger. 

The US tanks, Bradley fighting machines, A-10 attack jets and Apache helicopters routinely use depleted uranium rounds in the desert, and recently such ammunition was also used in and around heavily populated areas.

Used for the first time in the 1991 Gulf war, the Iraqi physicians and others observed that it led, a few years later, to a dramatic increase in cancers and birth defects. A report from the UK Atomic Energy Authority says that some 500,000 Iraqis would die due to the radioactive debris left in the desert before the end of this century. 

Over 200,000 veterans of the last Gulf war developed debilitating illnesses collectively known as the Gulf War syndrome - typified by chronic muscle and joint pain, fatigue and memory loss. They believe their illnesses resulted from exposure to depleted uranium, and Washington and allied governments have compensated for the claims of most of these servicemen. Yet the UK and US officials say there is no scientific proof that their condition was linked to service in the Gulf.

The US Agencies Issued Cautionary Instructions 

Despite the denials, the US military in its army-training manual acknowledges the hazards, and requires that anyone who comes within 25 meters of any DU-contaminated equipment or terrain wear respiratory and skin protection. It also warns, "Contamination will make food and water unsafe for consumption."

Moreover, according The Army Environmental Policy Institute holding a spent DU round would result in exposing a person to about 200 mrem per hour. That equals a level of radiation received in eight chest x-rays per hour, says Tom Carpenter, director of the Nuclear Oversight Campaign, Government Accountability Project. 

However, the Environmental Protection Agency website states, "There is no firm basis for setting a 'safe' level of exposure (to radiation) above background." Yet it says, "Most regulatory and advisory bodies around the world (including EPA) assume that any exposure carries some risk and that the risk increases as the exposure increases." 
A Horrendous Rise in Cancers and Birth Defects 

A large increase in the incidence of cancers has alarmed doctors in Iraq. For example, before the war in 1988 only 34 persons died of cancer in southern Iraq. Ever since the war, there is a gradual rise in cancer deaths; from 450 in 1998 to 603 in 2001. The rate of birth defects has also risen sharply. 

As an example, Dr. Alim Yacoub on his last day in 2003 as dean of the Al Mustansiriya Medical School in Baghdad and the foremost authority on the effects of DU in Iraq, said, "If there isn't a centralized health plan soon, the consequences could be devastating. For the past 12 years, we have only been able to watch what's going on in this country, now it is time for a comprehensive health plan for cleaning up DU and for treating cancer." 

Dr. Yacoub has carefully preserved his studies, and is anxious to share them with other researchers and concerned authorities.

Similarly, there is a preponderance of birth defects among children born in the Basra region, which defies explanation. For example, Geneticist Selma Taher, who is part of an Iraqi research team studying this phenomenon, found that the same soldier, who served in a regiment on the Highway of Death between Basra and Baghdad, fathered the three babies born with a similar congenital anomaly in a village 700 kilometers from Basra.

DU use has also led to birth defects in the children of allied veterans, and is believed to be the cause of anophthalmos cases - babies born without eyes. There also have cases of Iraqi babies born without the crowns of their skulls. A study of Gulf war veterans showed that 67% of their children had severe illnesses, missing eyes, blood infections, respiratory problems and fused fingers.

Stand of International Human Rights and Other Agencies

A number of human rights organizations are asking for banning the use of DU. At the annual UN Human Rights Convention held on August 16, 2002 a motion was tabled to ban the use of depleted-uranium munitions until a full-scale medical survey could be conducted. The only two countries that voted against the motion were Britain and the United States. 

Following the outcry against the use of DU weapons by NATO in Kosovo in 1999, the Council of European Parliamentarians called for a worldwide ban on the manufacture, testing, use, and sale of such weapons. Their statement asserted, "The NATO's use of DU weapons would have long term effects on the health and quality of life in South-East Europe, affecting future generations." But the call went unheeded.

Rep. Jim McDermott, D- Washington, has introduced legislation in the Congress requiring the US government to conduct studies on the effects of DU on health and environment, and cleanup of its contamination in the United States. Twenty-three other democrats have signed the bill. But the bill remains without action in the House committee.

Use of DU shells is Illegal and a "War Crime"

Others are saying that the use of DU shells by the British and American coalition forces in the war against Iraq is a deliberate violation of a UN resolution, which classifies the munitions as illegal weapons of mass destruction.

Professor Doug Rokke, ex-director of the Pentagon's depleted uranium project - a former professor of environmental science at Jacksonville University and onetime US army colonel who was tasked by the US department of defense with the post-Gulf war DU desert clean-up - said use of DU was a 'war crime.'

Professor Rokke added, "There is moral point to be made here. This war was about Iraq possessing illegal weapons of mass destruction - yet we are using weapons of mass destruction ourselves." He added, "Such double-standards are repellent." 

In an interview in April 2005, he told Neil Mackay of the Sunday Herald, London, "A nation's military personnel cannot willfully contaminate any other nation, cause harm to persons and the environment and then ignore the consequences of their actions."

"To do so is a crime against humanity." 

He called on the US and UK to "recognize the immoral consequences of their actions and assume responsibility for medical care and thorough environmental remediation." 

An August 2002 report by the UN sub-commission states that the laws which are breached by the use of DU shells include the following: the Universal Declaration of Human Rights; the Charter of the United Nations; the Geneva Convention; the Convention Against Torture; the four Geneva Conventions of 1949; the Conventional Weapons Convention of 1980; and the Hague Convention s of 1899 and 1907, which expressly forbid employing 'poison or poisoned weapons' and 'arms, projectiles or materials calculated to cause unnecessary suffering.' 

All of these laws are meant to spare civilians from unwarranted suffering in armed conflicts. 

Isn't it time that the administration's rhetoric of bringing in liberty and freedom in Iraq is, at a minimum, brought in line with care for those suffering? The fact is that thus not only the liberty and freedom of the people of Iraq is violated, but also their very existence. It is time to realize that it is this hypocrisy and callous behavior that adds to rising Anti-Americanism worldwide. It is no way to "win the hearts and minds" of the Muslim world, which the US administration proclaims as its intention. 

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mi spiegate una cosa?
by barbun Wednesday, Jun. 15, 2005 at 11:52 AM mail:

Perché della stessa sindrome sono morti militari che non avevano mai toccato né visto uranio impoverito e che neppure erano mai stati in Iraq ASfghanistan Balcani mentre gente che è stat ferita da schegge di DU non ha mai sviluppato nessuna malattia? Perché non esiste una sola prova che il DU è causa delle noti sindromi eppure in certi ambienti si continua a parlarne? Non pensate che probabilmente sono altre le cause di queste morti e che continuando a sviare ricerche e investimenti per dimostrare quello che da anni non si riesce a dimostrare sia un comportamento CRIMINALE?

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sentenza
by saigon Wednesday, Jun. 15, 2005 at 12:29 PM mail:

Cronaca giudiziaria


L’uranio impoverito tra le cause della morte di Stefano Melone


di Simona Coccimiglio

L’uranio impoverito tra le cause della morte di Stefano Melone.

È questo l’elemento nuovo che emerge dalla lettura della motivazione della sentenza con cui il Ministero della Difesa è stato condannato a risarcire un miliardo delle vecchie lire alla famiglia del sottufficiale elicotterista dei "Cavalieri dell’Aria" di Viterbo.

Ed è questa decisione, presa dal giudice del tribunale civile di Roma, che potrebbe cambiare il futuro delle famiglie dei tanti militari tornati affetti da malattie dalle missioni militari all’estero.

"Solo giovedì pomeriggio - afferma Francesco Venturi, legale, insieme a Valeriano Venturi, della vedova Melone e dei suoi due figli - abbiamo preso visione del titolo esecutivo della sentenza.

Chiare le parole del giudice.

Esiste un nesso tra la grave malattia che ha portato Stefano Melone alla morte e le missioni militari che ha svolto all’estero.

Non solo le sostanze tossiche inalate nella manutenzione del proprio elicottero nei paesi devastati dalla guerra hanno provocato il suo tumore.

Non solo nel cloruro di vinile, benzene ed amianto, per il magistrato che ha emesso la sentenza, sono riscontrabili effetti cancerogeni.

Per la prima volta in Italia – conclude Venturi - si parla di uranio impoverito come possibile responsabile di una grave forma tumorale che ha colpito un militare in una delle sue missioni all’estero".

Emangioendotelioma epiteloide delle ossa.

Questo il tumore maligno di origine multicentrica che ha stroncato Stefano Melone a soli 40 anni.

I primi sintomi nel ’96 tornato da una missione in Israele.

Tre anni più tardi, dopo le missioni in Bosnia, Libano e Kosovo, la diagnosi certa.

Nel novembre 2001 le sue condizioni si aggravano ed il suo cuore cessa di battere.

"Quel giorno è cominciata la nostra battaglia – afferma con le lacrime agli occhi Paola Melone.

Un battaglia che, dal letto dell’ospedale, Stefano mi ha chiesto di portare avanti in nome dei nostri figli perché potessero continuare a studiare e per tutti i militari dimenticati dallo Stato".

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informati barbun
by no basi Wednesday, Jun. 15, 2005 at 12:34 PM mail:

è provato scientificamente, basta fare una ricerca seria su internet e troverai conferma
prima di azzardare ipotesi, informati

non voglio fare il saccente, il tuo è un dubbio legittimo ma ti sbagli; purtroppo qui in Sardegna se ne parla spesso e con cognizione di causa

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ETTEPAREVAAAAA
by Ze'ev il Sionista Wednesday, Jun. 15, 2005 at 1:08 PM mail:

Cronaca giudiziaria


L’uranio impoverito tra le cause della morte di Stefano Melone


di Simona Coccimiglio

L’uranio impoverito tra le cause della morte di Stefano Melone.

È questo l’elemento nuovo che emerge dalla lettura della motivazione della sentenza con cui il Ministero della Difesa è stato condannato a risarcire un miliardo delle vecchie lire alla famiglia del sottufficiale elicotterista dei "Cavalieri dell’Aria" di Viterbo.

Ed è questa decisione, presa dal giudice del tribunale civile di Roma, che potrebbe cambiare il futuro delle famiglie dei tanti militari tornati affetti da malattie dalle missioni militari all’estero.

"Solo giovedì pomeriggio - afferma Francesco Venturi, legale, insieme a Valeriano Venturi, della vedova Melone e dei suoi due figli - abbiamo preso visione del titolo esecutivo della sentenza.

Chiare le parole del giudice.

Esiste un nesso tra la grave malattia che ha portato Stefano Melone alla morte e le missioni militari che ha svolto all’estero.

Non solo le sostanze tossiche inalate nella manutenzione del proprio elicottero nei paesi devastati dalla guerra hanno provocato il suo tumore.

Non solo nel cloruro di vinile, benzene ed amianto, per il magistrato che ha emesso la sentenza, sono riscontrabili effetti cancerogeni.

Per la prima volta in Italia – conclude Venturi - si parla di uranio impoverito come possibile responsabile di una grave forma tumorale che ha colpito un militare in una delle sue missioni all’estero".
SI, DOPO IL MIO COMMENTO OGGI PER LA PRIMA VOLTA SI PARLA ANCHE DEGLI SPAGHETTI AL POMODORO COME POSSIBILE CAUSA DELLO SVILUPPO DI TUMORI.


Emangioendotelioma epiteloide delle ossa.

Questo il tumore maligno di origine multicentrica che ha stroncato Stefano Melone a soli 40 anni.

I primi sintomi nel ’96 tornato da una missione in Israele.
ETTEPAREVA: UNO VA IN ISRAELE E COSA SUCCEDE? GLI VIENE UN TUMORE! MA NON DOPO ANNI! (E' NOTO CHE UN TUMORE HA BISOGNO DI ANNI PER SVILUPPARSI E MANIFESTARSI).NO! SUBITO! UN TUMORE FULMINANTE! COME IL RAFFREDDORE: OGGI ENTRI IN CONTATTO COL VIRUS E DOMANI COMINCIA A COLARTI IL NASO!
CHISSA' CHE DIAVOLERIA AVRANNO INVENTATO QUEI GIUDEI! FORSE UNA NUOVA ARMA DI STEMINIO DI MASSA PER FAR FUORI I PALESTINESI...

Tre anni più tardi, dopo le missioni in Bosnia, Libano e Kosovo, la diagnosi certa.
BENISSIMO. ALMENO ABBIAMO STABILITO CHE L'URANIO IMPOVERITO NON C'ENTRA UN CAZZO, VISTO CHE IL TUMORE L'AVEVA GIA'.

Nel novembre 2001 le sue condizioni si aggravano ed il suo cuore cessa di battere.

"Quel giorno è cominciata la nostra battaglia – afferma con le lacrime agli occhi Paola Melone.

Un battaglia che, dal letto dell’ospedale, Stefano mi ha chiesto di portare avanti in nome dei nostri figli perché potessero continuare a studiare e per tutti i militari dimenticati dallo Stato".
CERTO, UNA BATTAGLIA PER CERCARE DI GUADAGNARE IL PIU' POSSIBILE DA QUESTA MORTE. COSA UMANAMENTE COMPRENSIBILISSIMA SE VALUTATA SUL SINGOLO CASO, PORCATA PAZZESCA SE VALUTATA NEL SUO COMPLESSO.
E QUELLO STRONZO DI GIUDICE COSA FA? C'E' DI MEZZO UNA POVERA VEDOVA, DEI FIGLI CHE DEVONO DIVENTARE GRANDI...MA SI', DIAMO LA COLPA ALL'URANIO IMPOVERITO (MI GIOCO I COGLIONI SE LUI SA COS'E') E FACCIAMO SCUCIRE UN PO' DI SOLDINI ALLO STATO CHE COSI' ACCONTENTIAMO TUTTI.
ADESSO A CHIUNQUE E' IMPEGNATO IN MISSIONE VENGA UN'UNGHIA INCARNITA, LA COLPA E' DELL'URANIO IMPOVERITO.
ADDIRITTURA TEMPO FA HO LETTO DI UN (CHIARAMENTE PUTTANIERE DELLA PEGGIOR SPECIE) TENENTE CHE, TORNATO DALLA BOSNIA CON L'EPATITE B, HA AVUTO IL CORAGGIO DI INCOLPARE L'URANIO IMPOVERITO CHE GLI AVREBBE INDEBOLITO IL SISTEMA IMMUNITARIO. VOLEVA LA PENSIONE PER CAUSA DI SERVIZIO!!!!MA METTITI IL GOLDONE QUANDO VAI A PUTTANE, DEFICIENTE!!!!

Ze'ev l'incazzato Sionista

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per No basi
by barbun Wednesday, Jun. 15, 2005 at 1:38 PM mail:

Purtroppo i dubbi mi sono sorti proprio facendo una ricerca su internet, dove alla fine non ho trovato nulla di veramente incontrovertibile. Sono sempre le stesse voci che si rincorrono e che a furia di essere ripetute SEMBRANO vere. Anche per me, mi spiace dirlo, quella sentenza non significa nlla, se non una pensione per la vedova. Anche perché, mi sembra ovvio, se il tumoree è venuto PRIMA della missione in Bosnia...

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ma vi svegliate?
by ank'io sardo! Wednesday, Jun. 15, 2005 at 6:38 PM mail:

i tumori vengono nn tanto per la radioattività, quanto PER LE POLVERI DEI MATERIALI, PROVOCATE DALLE ESPLOSIONI!!!!!
Sardigna, scidadindi!!!!

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Ze'ev, rilassati
by saigon Wednesday, Jun. 15, 2005 at 7:39 PM mail:

La causa in tribunale c'è stata con tanto di costituzione da parte dell'Avvocatura dello Stato, difensore ex lege dell'Amministrazione statale (ministero della difesa).

Si sono svolte consulenze d'ufficio (C.T.U.) e consulenze di parte. C'è stata la condanna in primo grado.

In Corte d'appello l'Avvocatura dello stato ha richiesto la sospensione dell'esecutività della sentenza e la Corte d'appello non la ha sospesa.

Dati, forse non confortanti per te che ti fai condurre da una soggettiva intepretazione senza conoscere gli atti.

Il problema esiste, disconoscerlo costituisce un puro e semplice atto di fede, della quale sono sprovvisto.

In pace, caro Ze'ev, vedremo in seguito

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Vittime Invisibili della Nato
by Nicola Okin Frioli Friday, Sep. 22, 2006 at 12:24 PM mail: okinreport@gmail.com


Mi chiamo Nicola Frioli, sono un giovane fotografo di reportage, e fotogiornalista freelance.
Da alcuni anni lavoro nel campo della fotografia editoriale, pubblicando su alcune riviste.


Sono un profondo amante della Terra Sarda, per le sue meraviglie e per il suo mistero, per la bella e nobile gente che ho sempre incontrato nella vostra meravigliosa isola.
Anche per questo motivo, mi sento vicino ai problemi della Sardegna.
Ultimamente sono venuto a conoscenza della grave situazione a cui sono sottoposte le popolazioni limitrofe ai luoghi in cui si svolgono le esercitazioni militari sul vostro territorio. Mi sto riferendo all'utilizzo di uranio impoverito e ai casi di tumori, leucemia e malformazioni dovute a queste esercitazioni militari senza senso su una terra assolutamente pacifica.
Da alcuni mesi sto cercando informazioni su queste operazioni, precisamente sull'opera delle basi del Salto di Quirra e Perdasdefogu che stanno facendo vittime nei paesi circostanti.

Credo che ogni fotografo che lavori per cause nobili, debba stare dalla parte del più debole, o dalla parte di chi soffre.

Ho deciso di fare, nel mio piccolo, qualcosa per difendere la causa Sarda contro le basi militari, e vorrei sviluppare un reportage di denuncia, improntato verso le "Vittime invisibili della Nato ".
Il mio intento sarebbe quello di svolgere un reportage e utilizzare i miei contatti che da anni sto mantenendo vivi con editori e riviste, sia Italiane che straniere..
Per poter fare denuncia e informazione.
Come ho appena accennato, vorrei trovare il modo di incontrare le persone affette da leucemia, tumore e malformazioni, per svolgere un reportage assolutamente toccante e di sensibilizzazione per le grandi masse, tramite pubblicazioni.
Per poter svolgere questo reportage importante per contenuti, avrei bisogno di essere appoggiato da Associazioni, che lavorino nella stessa direzione, e per la stessa causa.. necessitando di contatti con cliniche e ospedali che hanno trattato questi casi, con persone che hanno riscontrato in differenti forme, malattie, intossicazioni, o semplicemente subito le conseguenze delle opere militari.

Avrei bisogno di incontrare i familiari delle vittime, decedute o ancore in vita, per raccontare a livello fotografico e giornalistico questo dramma impunito.

Chiedo aiuto a chiunque possa darmi informazioni su queste persone.

Cordiali Saluti

Nicola Okin Frioli
okinreport@gmail.com

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