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Scusi, mi dà una caramella?*
by di Aldo Busi Saturday, Mar. 04, 2006 at 10:29 PM mail:

* da Babilonia, settembre 1996. Ripubblicato per gentile concessione della rivista.

Scusi, mi dà una caramella?*

di Aldo Busi



Centrato sulle ultime paranoiche iniziative contro la ragionevolezza, questo inedito - inedito specialmente perché dappertutto rifiutato - è il miglior antidoto alle gravi sciocchezze che ci frastornano.





Con lo scoppio della Conferenza di Stoccolma sullo sfruttamento dei minori a fini sessuali nel mondo, va di moda il blob sulla pedofilia di massa come massa indiscriminata di atteggiamenti sempre e comunque turpi da parte dell'adulto che s'interessa sessualmente ai bambini e alle bambine anche quando, disinteressandosene, se ne interessa sensualmente (il concetto è chiarito più avanti).

Il criminale che, per telefono, chiede al trafficante di carnina umana se alla dodicenne in catalogo è consentito infilare aghi nei capezzoli, non viene più definito tale, bensì pedofilo, per far sì che tra i due reati il maggiore passi per quello minore e viceversa. Per lo stesso motivo, di recente, è stato illustrato dai media con gli stessi criteri l'omicidio a Catania di un venditore ambulante di tessuti per mano di un quindicenne col quale «intratteneva un turpe rapporto»: mentre la vittima viene esposta al ludibrio con nome e foto, dell'assassino, pentito per il "turpe rapporto" lavato col sangue, a parte l'età e che è di buona famiglia, non si sa niente. Infine, si ha il sospetto che ci si prepari a farne un eroe.

Su tutti i giornali, l'ultimo Tabù del cattolicesimo - la dirompente, non ancora del tutto governabile, criminale sessualità del bambino esposto col suo culetto a quella maniacalmente veicolata dell'adulto malato - è finemente cesellato con l'acuminatezza dell'ipocrisia cattolica, tipica virtù mondana di chi ha molto da nascondere, specialmente quando il bersaglio ultimo da colpire non è la pedofilia ma, diciamolo, l'omosessualità maschile.

Vediamo se da questa rappresentazione apocalittica del bimbo-agnello-sacrificale-del-lupo, in cui veri problemi si mescolano con altri strenuamente falsi e falsificati, di mercificazione delle idee, si può togliere qualche truciolo di troppo che fa meno fiamma di un fiammifero già usato. Ma, data questa società di code di paglia e di ipocriti malpensanti e di politici complessati che, come Sgarbi e Storace, danno del frocio in Parlamento o in televisione a chi non la pensa come loro, che pensano inevitabilmente col culo come tutti coloro che ricorrono a quell'epiteto per ovviare alla mancanza di argomenti quando hanno toccato il fondo della loro impotenza intellettuale e pochezza politica, voglio subito mettere le mani avanti: io voglio esplicitare un pensiero pedagogico, non sto legittimando un comportamento o un'inclinazione che riguardi qualcuno che mi sia caro colpito da mandato di arresto per abuso di minore.



Il pedofilo, come il cocainomane medio-borghese, non ha alcun bisogno di essere legittimato: egli agisce nell'ombra e l'ambiente, in cui avviene la tresca col bambino o il pusher, è tanto più eccitante quanto più è pericoloso e omertoso. Infatti cosa dice il pedofilo per prima cosa al bambino dopo l'atto sessuale? «Non dire niente a nessuno, non lo deve sapere nessuno, guai!»

Io, poi, anche se sul mio diploma preso all'Istituto Tecnico Femminile di Lucca ho scritto «Puericultrice», ero un famoso gerontofilo già a cinque anni e sono fuori discussione, e nessuno mi ci tirerà dentro per i capelli o gli stacco lo scalpo a morsi. Così si sta facendo dunque tutt'uno della pedofilia verso le bambine e di quella verso i bambini, si confondono i quattro anni con i dodici, la Thailandia con il Belgio e la Svezia con la comune famiglia dei vicini così perbenino e così incestuosi.

Io li ho visti i bordelli di infanti a Bankok, ho visto che razza di clientela vantano: potenzialmente siete tutti voi ammogliati, discreti, di medio reddito in doppiopetto e cravatta che adesso vi scandalizzate tanto e poi correte a fare il pacchetto del viaggettino con similvergine thaj o polacca decenne!



Ed ecco che si mischia la pedofilia di induzione alla prostituzione e di sfruttamento porno-commerciale con quella di disinteressata simpatia o apatia spinta che esclude la penetrazione e ogni tecnicismo-da-farsi-varco; ecco che si sovrappone la pedofilia violenta e metodica del maniaco con quella blanda e passeggera del maestro elementare o del prete palponi ma morta lì.

Luce! Perché anche l'Inferno ha le sue sfumature, i suoi incendi ma anche i suoi fuochi fatui: altrimenti si rischia di rendere la pedofilia = crimine un Paradiso irresistibile anche per chi certe inclinazioni non ha mai sospettato di averle. Una pedofilia-da-stratagemma è dovuta socialmente dall'adulto maschio al bambino maschio che ne faccia richiesta proprio per non offenderlo respingendolo del tutto, con conseguenze vendicatorie da parte dell'innocente spesso incalcolabili per entrambe le parti: se penso a come ero sessualmente fuorilegge io da bambino con gli adulti che, volenti o nolenti, ho piegato alle mie morbosissime, naturali curiosità, ogni volta che viene a trovarmi un bambino prima di aprirgli spalanco tutte le porte e le finestre su tutti i lati della casa dentro cui faccio piombare almeno quaranta occhi di vicini da diverse e altolocate angolazioni; e se io a partire dai tre anni fossi stato denunciato da tutti i ventenni e trentenni e quarantenni che ho sedotto o irretito o molestato fino a che non sono diventato a mia volta abbastanza grande per diventare un oggetto di desiderio altrui, faremmo il paio con tutti i quindicenni e le quindicenni, e anche meno, che oggi dovrei querelare io perché, senza alcuna speranza, tentano di sedurre me anche solo per il piacere di incastrarmi in uno scandalo montato d'accordo coi genitori, ormai del tutto moderni, quasi marci, certo stanchi.



Io più di una volta ho provato l'imbarazzo di avere a che fare con una madre, ma anche con un padre, che mi avrebbero affidato un loro figlio adolescente un po' tonto per "tirarglielo su e poi quello che succede, succeda purché succeda qualcosa". Non ci si deve meravigliare di niente: di fronte a un uomo di successo, come i miserabili pensano che io sia proiettando su di me ciò che sarebbero loro se fossero al mio posto oggi, non solo calano le braghe i proletari, ma cadono i tabù dei piccoli borghesi.

E bisogna stare attenti a rimettere ciascuno al suo posto: saper stare marzialmente al proprio senza alcun cedimento è la migliore delle strategie di attacco e sbaragliamento. Ma il pericolo che siano gli stessi genitori i primi magnaccia dei loro bimbetti e bimbette qui in Occidente come là in Oriente esiste ed è sonante. E non solo per fame di pane, ma di Rolex e di Mercedes turbo.

Del resto, è stato dimostrato anche recentemente con i fatti dei set porno di Ballarì, quartiere di Palermo, e prima con fatti risaliti alla fruizione del mercato massmediatico da ogni parte d'Italia.

Non dobbiamo dimenticare che, in un paese la cui unica fonte di approvvigionamento culturale e pedagogico e morale risale spesso a Costanzo o a Castagna o a Fiorello o a Smaila o a Scotti o alla Venier o a don Mazzi o a Fede o alla De Filippi e Amici vari, la sessualità (anche all'interno della stessa coppia eterosessuale, già di per sé abbastanza mostruosa anche senza infierire) è vista più che mai come perversione, peccato, eccentricità da baraccone, carriera e doutdes, e quindi con un suo potere d'acquisto d'altre cose e status che ne mina per sempre la gratuità, cioè l'amore, vale a dire l'umanità, leggi il piacere di vivere.



E allora, io dico, che se lo mettano tutti in quel posto da soli o fra di loro, se ci riescono, 'sti italiani di merda catodica che s'abbuffano di wuerstel e di sensi di colpa davanti al televisore tre ore al giorno e poi si improfumano, si mettono il braccialetto, la collanina, l'anellino al naso, all'orecchio, all'ombelico, nella guancia, nel labbro, anche grande, sul glande, al capezzolo e poi arrivano da te trafelati di consumismo e puzzolenti di vittimismo e prendono a dolersi sulla propria solitudine e la sordità del mondo, il bisogno di comprensione, di tenerezza, di un amore grande, assoluto, ombelicale come un cordone e tu, il cattivo, che ti ribelli al ruolo di balia coi soldi e gli chiedi subito, «Caro, da quand'è che sei disoccupato perché nell'ultimo decennio niente si confà alle tue belle manine levigate?» e li vedi che scappano tutti a gambe levate.

Puttana Eva, che fighetti, tremendi fighetti complessati i puttanieri di Adamo di questo fine secolo: se non ci fossero le nigeriane e le slave e i barboncelli albanesi e marocchini che fanno orario continuato fra cigli e incroci di strade, non saprebbero proprio come vincere fra connazionali il giusto orrore di sé che devono farsi una volta in mutande gratis.



Un'altra amara considerazione è questa: ci sono paesi in cui le bambine e i bambini o vengono sfruttati nella prostituzione o vengono ammazzati (Brasile, Cina, India...). Allora, cos'è meglio per questi bambini, una scopata o una coltellata? E non mi si venga a dire che entrambe le soluzioni sono aberranti: la inventino i benpensanti congressisti e chierici di generose teorie la terza via, quella che non c'è, così come hanno inventato quella per bloccare la guerra nella ex Jugoslavia e ogni altra.

E allora, che sarà mai se un ragazzino di cinque o dieci o dodici anni fa una sega a uno più in là negli anni o se se la fa fare? e lo stesso atto di sodomia (mio dio, che ridicolo parolone biblico!) ha tremila modi per avvenire e tremilaeuno per essere mimato, sia fra adulti, sia fra adolescenti e adulti, sia fra bambini e adulti, sia fra bambini e bambini; esso di per sé, bigotteria a parte, nell'un caso o nell'altro, non comporta alcun marchio indelebile nella carne (e nella psiche) del maschio non soggetto a violenza smaccatamente, tanto per cominciare, fisica.

Su quella psicologica, bisognerebbe fare un libro a parte, a patto di iniziarlo con il plagio e la questione Braibanti di infausta memoria democristiana.



Il falso problema non è, dunque, la pedofilia, ma la paura dell'omosessualità, mentre siamo già in un'epoca in cui toccherà a militanti omosessuali illuminati legittimare l'eterosessualità per la conservazione di una specie in via di estinzione.

Io sottolineo la sacralità del corpo del bambino e la doppia sacralità del corpo della bambina che in grembo porta una potenzialità in più, e una responsabilità e un fardello o comunque un'opzione, rispetto al bambino, ma poi bisogna fare i conti con costumi, costrizioni economiche, convenienze patrimoniali, usanze barbare come l'infibulazione, nazioni povere ma ricche di prostituzione infantile e nazioni ricche di soldi e di chiese ma povere di etica sessuale e pertanto ricchissime di turisti del sesso.

Ma per restare qui da noi, dove ne succedono già abbastanza e senza alcun alibi di carestia alimentare e di millenarie ammonizioni cristiane, se io avessi una bambina di nome Alice, diciamo di nove anni e poiché ogni storia di pedofilia va vista in sé e senza mai generalizzare, preferirei mille volte che la mia Alice vada a letto a fare la porca con Lewis Carroll piuttosto che riceva una sola, fuggevole, infangante carezza sulla nuca dalla foto di Andrea Riffeser con telefonino all'orecchio (sta telefonando l'ordine di un ennesimo editoriale contro gli omosessuali o contro gli zingari sui suoi due quotidiani, Il Resto del Carlino e La Nazione) o dal cardinale Biffi, che su tutti i giornali provinciali dell'Italia centrale ispira tutti gli articoli in favore dell'odio sociale contro gli omosessuali, cioè contro il Nemico per eccellenza, per distogliere l'attenzione dai nemici spiccioli, poco appariscenti ma reali; se Romano Battaglia dice la parola "amore" sentiamo un brivido correrci giù per la schiena per tanta volgarità, se dico io la parola "merda" chiunque ne sente la vibrante poesia che fluisce ai polmoni.

Conoscere significa saper distinguere prima di operare qualsivoglia nesso - non ce lo insegna Spinoza o Leibniz, ma un contadino qualsiasi dopo la mietitura del grano.



Io direi questo di veramente rispettoso nei confronti di tutti i bambini di entrambi i sessi:

a) l'adulto responsabile non si deve lasciar intimorire dall'offerta sessuale del bambino, poiché un bambino senza curiosità sessuali è un bambino già subnormale,

b) se provocato sessualmente da un bambino, l'adulto non lo traumatizza né con un rifiuto castrante né con un'accondiscendenza euforica,

c) all'offerta sessuale del bambino bisogna che l'adulto responsabile dia una risposta sensuale, e non una risposta astratta a base di rimproveri, ammonizioni e di sfiducia verso la propria sessualità e di orrore verso quella degli altri, tutti potenziali mostri dietro l'angolo.

Se per fare questo gli si prende in mano il pisello o le si accarezza la passerina - gesti che io non ho mai fatto comunque con nessuno: sarà per questo che tutti i bambini e le bambine della mia vita mi hanno girato le spalle per sempre? - che sarà mai? Bisogna affrontare l'altra faccia della Coazione da Baci Perugina dei bigotti senza scrupoli e capire che spesso è il bambino a dire all'adulto, rimasto troppo a lungo indifferente, «Scusi, mi dà una caramella?».

Così, quando si stigmatizza una povera maestra elementare rea di "aver palpato" dei bambini di pochi anni durante un bagnetto si arriva al massimo degrado della sessuofobia, perché che diavolo si può fare, facendo un bagnetto a un bambino, se non palparlo? é giocando nei suoi termini di sessualità che si accende in lui la luce della sensibilità, la fiducia nel mondo attraverso l'accettazione del proprio corpo festeggiato e dunque accolto da un altro corpo.

Se facendo il bagno a un bambino non gli tocchi il pisello che lui ti esibisce fieramente e lo umilii seduta stante, «perché certe cose non si devono fare», il malato sei tu adulto che stai facendo di lui un malato come te, non l'adulto che glielo tocca e cerca di fare alla svelta a lavarlo e ad asciugarlo e ci ride sopra come da che mondo è mondo.



E adesso, dopo questa campagna scriteriata contro la pedofilia confusa con la criminalità e l'aberrazione umana, che accadrà?

Accadrà che anche il più blando dei pedofili, il nonnino del quartiere di imperitura memoria, che prima attirava i bambini nel sottoscala con una mela, gli dava una palpatina e poi li lasciava andare felici e contenti, adesso, prima ancora di attirarli, penserà a come e a dove nasconderne il cadavere.

Inoltre avremo davanti a noi generazioni di adulti-robot, perché i bambini non palpati, non accarezzati, non pastrugnati, non sbaciucchiati, non amati sensualmente senza tanti brutti discorsi sulla normalità, sono adulti infelici, criminali, tutti potenziali stupratori, squartatori, sadici depressi con una sola cosa in testa: vendicarsi.

Io, che in questo senso ho amato decine di bambini e di bambine cominciando da quelle e da quelli dei miei fratelli e sorella, adesso che mi avvicino ai cinquanta, contrariamente al mio stesso sentire, devo farmi forza e respingere in blocco i bambini, ferendoli in maniera irreparabile, io, che non ho mai avuto paura e li ho aiutati a crescere assecondandoli e provocandoli con giudizio.

Io adesso devo inventarmi la coda di paglia che non ho, perché devo essere falciato nella messe sessuofobica predisposta quindici anni fa da questo papa e da questi specialisti dell'infanzia squallidi e irresponsabili come forse mai prima nella storia della Chiesa e della civiltà occidentale.

Del resto, a che scopo discutere tanto di pedofilia e di sessualità dei bambini e di sessualità in generale in una società che non ammette il sesso neppure fra adolescenti consenzienti? in una società di adulti malati e schizofrenici che sui bambini di oggi si vendicano in ogni modo perché sono stati vittime a loro volta di quella blasfemia etica di origine cattolica secondo la quale pagare le tasse è "da fessi" e frodare, ammazzare, tradire, prostituire, sfruttare, stuprare è "da furbi" e comunque "umano", mentre fare all'amore (l'amore, capite?) è ancora "fare le cose sporche"?









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